Next Generation Eu: opportunità per ridurre la spesa

L’ultima versione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) – presentato dal Consiglio dei ministri il 12 gennaio 2021 – si articola in sei missioni, che a loro volta raggruppano sedici componenti funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo, ormai dimissionario. All’interno delle sedici componenti troviamo quella relativa alla digitalizzazione, innovazione e sicurezza della Pubblica amministrazione. Le risorse ad essa assegnate sono pari a 11,45 miliardi di euro e dovrebbero integrarsi con il progetto europeo Gaia-X, una risposta a livello comunitario al problema della conservazione e utilizzo di una grande mole di dati, dove sono coinvolte oltre 100 aziende europee, senza dimenticare vari istituti di ricerca di diciassette Paesi.

Il “programma di innovazione strategica della Pubblica amministrazione” dovrebbe essere sviluppato realizzando un cambiamento strutturale che rafforzi la Pubblica amministrazione italiana, in maniera organica e integrata, ai diversi livelli di governo, creando una amministrazione capace, competente, semplice e smart, in grado di offrire servizi di qualità ai cittadini e alle imprese. In modo da rendere più competitivo il sistema-Italia, con investimenti mirati e interventi di carattere ordinamentale a costo zero, volti a definire una cornice normativa abilitante al cambiamento per il rilancio del sistema-Paese. L’aumento dell’offerta dei servizi digitali della Pubblica amministrazione dovrebbe, però, andare di pari passo con una razionalizzazione della spesa corrente, che coinvolga tutti i livelli di governo, a partire da quello nazionale. Un serio processo di digitalizzazione della Pubblica amministrazione garantirebbe uno snellimento, non solo delle procedure, ma anche dei costi fissi delle Amministrazioni pubbliche, che incidono sul bilancio complessivo dello Stato.

Il vecchio sistema di gestione privilegiava l’aderenza dei procedimenti alla normativa, piuttosto che i risultati. E ciò dava luogo ad un meccanismo lento e deresponsabilizzante. La revisione delle risorse umane assegnate alla Pubblica amministrazione potrebbe, nel medio-lungo periodo, garantire un efficientamento del sistema, “spostando” le competenze in base alle richieste del mercato con un approccio variabile a seconda delle esigenze gestionali. È inevitabile che un processo di digitalizzazione porterà, nei prossimi anni, ad interrogarsi sulla sostenibilità e, soprattutto, sulla adeguatezza di mantenere in piedi una ingente quota di spesa corrente. Tali processi sono stati già avviati in molti settori dell’economia privata come, ad esempio, nel sistema bancario in cui stanno scomparendo molti sportelli aperti al pubblico, per lasciare spazio alla digitalizzazione dei servizi. Tali cambiamenti potrebbero essere una grande opportunità per la stessa Pubblica amministrazione, che potrebbe snellire il proprio organico in settori altamente improduttivi, implementando altri in cui la presenza “fisica” è quanto mai necessaria (per esempio i Vigili del fuoco nelle zone soggette a calamità naturali, le forze di polizia per il controllo del territorio). Porsi davanti a questo cambiamento epocale, con un approccio arroccato sul mantenimento dello “status quo”, saprebbe quanto mai deleterio per il futuro del nostro Paese.

Aggiornato il 04 febbraio 2021 alle ore 11:22