Ex Ilva, intesa Invitalia-Arcelor Mittal: torna l’acciaieria di Stato

Nella gestione dell’ex Ilva torna lo Stato. Come riferito in una nota, Invitalia e Arcelor Mittal raggiungono l’accordo che consente alla società controllata dal Mef (ministero dell’Economia e delle Finanze) di entrare prima al 50 per cento e poi salire al 60 per cento nella compagine azionaria di Am Investco, che gestisce gli impianti siderurgici nel nostro Paese. Un doppio aumento di capitale, quindi: il primo da 400 milioni di euro darà il 50 per cento dei diritti di voto della società a Invitalia. Nel maggio del 2022 è in programma un secondo aumento di capitale, sottoscritto fino a 680 milioni da parte di Invitalia e fino a 70 milioni da Arcelor Mittal. Al termine del processo, è previsto un assorbimento di 10.700 lavoratori.

Le condizioni sospensive al closing (dellingresso di Invitalia in Am InvestCo, controllata ArcelorMittal) comprendono la modifica del piano ambientale esistente per tenere conto delle modifiche del nuovo piano industriale; la revoca di tutti i sequestri penali riguardanti lo stabilimento di Taranto; e lassenza di misure restrittive, nellambito dei procedimento penali in cui Ilva è imputata, nei confronti di Am InvestCo. Lo precisa in una nota ArcelorMittal.

L’intesa tra Invitalia e Arcelo Mittal ha in cantiere anche “un articolato piano di investimenti ambientali e industriali”. Non solo: “Sarà avviato il processo di decarbonizzazione dello stabilimento, con l’attivazione di un forno elettrico capace di produrre fino a 2,5 milioni di tonnellate l’anno”. In sostanza, è in agenda una nuova linea di produzione esterna al perimetro aziendale e un forno elettrico interno. Secondo i ministeri dell’Economia e dello Sviluppo economico, un terzo della produzione di acciaio si concretizzerà con emissioni ridotte, grazie appunto al forno elettrico e a una “tecnologia di avanguardia, il cosiddetto “preridotto”, in coerenza con le linee guida del Next Generation EU. La riduzione dell’inquinamento realizzabile con questa tecnologia è infatti del 93 per cento a regime per l’ossido di zolfo, del 90 per cento per la diossina, del 78 per cento per le polveri sottili e per la Co2”.

Aggiornato il 11 dicembre 2020 alle ore 12:41