Il progetto Investmed per la cooperazione economica nel Mediterraneo

Sviluppare progetti e network nel mondo del Mediterraneo non è solo un ottimo approccio di diplomazia economica ma è divenuto linfa commerciale per quei numerosi paesi che si affacciano sul bacino comune. Recentemente, in modalità digitale, si svolta la presentazione del progetto “Investmed” (Innovative Sustainable start-ups for the Mediterranean), cofinanziato dal programma dell’Unione europea Eni cbc Med–Strategi projects–priorità A11 support innovative start-up and recently established enterprises” e realizzato da un pool di partner internazionali che comprende il dipartimento Gepli (Giurisprudenza, Economia, Politica e Lingue moderne) dell’Università Lumsa, in collaborazione con Emea–Euro–Mediterranean Economists Association e con il patrocinio della Regione Sardegna. Ai lavori di presentazione stampa del progetto, moderati dalla giornalista spagnola Cristina Giner, hanno partecipato Sihem Larif del progetto Eni Cbc Med, Fabrizio Paloni (Managing authority del progettoEni Cbc Med), Rym Ayadi, presidente Emea, Jihen Boutiba, segretario generale di “Busnessmed”, Roger Albinyana di Iemed, Alaa Ezz secretary general del Ceeba, Julia Bahushi, protagonista del progetto Investmed della Grecia, Stefano Cucca, presidente dell’organizzazione “Rumundu” e Carmen Ayllón della Camera di commercio spagnola. Un progetto che vede il protagonismo della Lumsa Università con il professore Giovanni Ferri in qualità di sustainable business management coordinator. La capacità di azione del progetto Investmed durerà all’incirca 30 mesi, con l’obiettivo di creare in Egitto, Libano e Tunisia un ambiente favorevole per le start-up e per le micro e piccole-medie imprese, recentemente costituite nel Mediterraneo, affinché possano rispondere efficacemente alle sfide regionali, in particolare quelle riguardanti gli alti livelli di disoccupazione tra i giovani e le donne.

Ai destinatari dell’azione di Investmed verrà facilitato sia l’accesso al capitale di rischio che a nuovi mercati attraverso azioni di capacity building, coaching e campagne per la protezione della proprietà intellettuale. Il programma risponde all’importante obiettivo di promuovere nel Mediterraneo uno sviluppo economico, sociale e territoriale equo e sostenibile, che sia terreno fertile per l’integrazione e la valorizzazione dei paesi partecipanti. Gli strategic projects del programma vengono sviluppati in sinergia con le altre principali entità politiche europee, nazionali e regionali dell’area Mediterranea, per contribuire allo sviluppo e all’innovazione delle politiche pubbliche. Autorevoli i partner del progetto dai rappresentanti dall’Union of Mediterranean confederations of enterprises, la Euro-Mediterranean Economists Association, l’European institute of the Mediterranean, l’Institute of entrepreneurship development, l’organizzazione “Rumundu”, la Confederation of Egyptian european business associations e la Camera di commercio di Spagna. Pur coprendo appena l’1 per cento della superficie degli Oceani del mondo, il Mediterraneo è capace di fornire il 20 per cento del Prodotto marino mondiale lordo. Enormi sono i vantaggi che il Mar Mediterraneo genera all’economia generale della regione e per tali motivazioni bisogna dedicare attenzione alle priorità strategiche e di cooperazione economica, per raggiungere un futuro sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

A tal riguardo, importante risulta la sinergia e la collaborazione che nasce in tale contesto e molta importanza assumo i progetti che coinvolgono le due sponde del Mediterraneo valorizzando green e blue economy. Progetti degni di attenzione che vanno in tale direzione sono quelli che vedono impegnata Gi&Me association, presieduta dall’ingegnere Franz Martinelli, il primo denominato Surefish, che vede lavorare assieme 13 partner di entrambe le sponde del Mar Mediterraneo (Egitto, Italia, Libano, Spagna e Tunisia), con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio ittico del Mediterraneo, attraverso il monitoraggio e l’analisi della tracciabilità, della sostenibilità e dell’autenticità del pescato del nostro mare comune, un network che si avvale dell’utilizzo di tecnologie e competenze su Ict, blockchain, etichettatura e imballaggi intelligenti, utilizzando metodi analitici e sensoriali innovativi per la tracciabilità della pesca. L’altro è quello denominato InGraMed-la strada dei grani autoctoni del Mediterraneo che, assieme ad autorevoli partner, intende promuovere i cereali autoctoni delle sponde Nord e Sud del Mediterraneo, implementando soluzioni innovative e strumenti tecnologici per ottenere la tracciabilità totale del prodotto in diverse aree geografiche e in diversi contesti socioeconomici, garantendo la qualità attraverso l’innovazione, confermando l’autenticità dei prodotti, prevenendo le frodi agroalimentari, innescando nuova fiducia nei confronti dei consumatori, invitando ad un’alimentazione sana, protetta e sicura. Con prodotti derivanti da un circuito economico di vicinato controllato, che tra l’altro, può favorire sensibilmente l’occupazione giovanile nei territori di appartenenza.

Aggiornato il 26 novembre 2020 alle ore 12:27