L’Europa e la sfida economica comune post pandemia sanitaria

La pandemia sanitaria ha segnato il volto economico dell’Europa. La ricrescita del benessere comune sarà tra le priorità di tutti gli attori europei per il prossimo futuro. In Italia, più di 3 milioni di famiglie hanno visto il loro reddito dimezzarsi e il 50 per cento delle imprese sono a rischio chiusura, con centinaia di migliaia di lavoratori che potrebbero perdere l’occupazione a breve termine. L’Unione europea ha stanziato strumenti straordinari per far fronte alla crisi e far ripartire l’economia. Oltre al Piano per la ripartenza, ai prestiti Bei (Banca europea per gli investimenti) e agli impegni di acquisti per 1710 miliardi della Bce (Banca centrale europea), è già nella sua fase operativa il programma Sure, con 100 miliardi di prestiti a condizioni molto convenienti. Sure è un acronimo che sta per “Support to mitigate unemployment risks in an emergency”, ovvero aiutare i lavoratori che rischiano di perdere il lavoro con un sussidio europeo. Sure è stato studiato per i Paesi più colpiti dalla pandemia e dalla crisi economica, come Italia e Spagna. I lavoratori potranno così continuare ad avere reddito e potere di acquisto, con un impatto positivo su tutta l’economia. Nel tempo libero creatosi con la diminuzione delle ore di lavoro, i dipendenti potranno seguire corsi di formazione utili per il loro percorso professionale e per la stessa azienda. Questa misura, nella pratica, si concretizza in un sussidio pubblico, che garantirà il posto di lavoro a milioni di cittadini europei riducendo gli orari di lavoro.

I lavoratori potranno così continuare ad acquistare quanto loro necessario generando, conseguentemente, un impatto positivo sull’economia. Quando l’emergenza sarà conclusa, i fondi di cui avranno beneficiato i Paesi dell’Unione andranno restituiti, essendo un prestito e avendo solo successivamente la possibilità di ritirare le garanzie versate. Le caratteristiche di questo provvedimento ricordano un’altra misura intrapresa dall’Unione nel 2010 successivamente alla Grande recessione del 2008, ovvero, l’European financial stability facility, il “Fondo europeo di stabilità finanziaria”. Tuttavia, a differenza di allora, questa cassa di integrazione europea prevede condizionalità piuttosto favorevoli per il beneficiario. Gli esperti del Fondo monetario internazionale prevedono una crisi economica di lunga durata, anche post pandemia sanitaria.

L’Unione Europea sta cercando di tutelare i lavoratori e, conseguentemente, le famiglie dell’intera zona europea per non dover affrontare scenari economici peggiori che possono generare anche nuove visioni geopolitiche, così come ulteriore diffidenza nei confronti della patria comune europea. In questo contesto, è importante che imprenditori, le associazioni di consumatori, di categoria e i sindacati possano confrontarsi con i rappresentanti e i protagonisti delle istituzioni europee per fronteggiare e programmare sfide comune di ricrescita e rinascita economica.

Aggiornato il 10 novembre 2020 alle ore 10:45