Covid, crisi e imprese a rischio usura

Non c’è da sorridere: circa 40mila aziende italiane sono a rischio usura. Secondo la lente di ingrandimento di Confcommercio, il fenomeno e in crescita nel Mezzogiorno e nel settore turistico-ricettivo. Nel contesto non va dimenticata la crisi legata alla pandemia del Covid-19, con un rischio per le imprese di esporsi alle mire della criminalità.

Nell’analisi di Confcommercio in sette mesi, ovvero da aprile a oggi, una riduzione degli affari ha pesato in settori quali ristorazione, turismo, abbigliamento. Altri problemi sono stati legati alla difficoltà di accedere al credito, agli adempimenti burocratici e a una certa difficoltà di adeguarsi alle norme sanitarie.

Confcommercio, in generale, ha notato: “Nel difficile momento che l’economia sta vivendo i maggiori problemi che le imprese del terziario lamentano sono la perdita di fatturato (per quasi il 38 per cento degli imprenditori) e la mancanza di liquidità che, insieme alla difficoltà di accesso al credito, rappresenta un forte ostacolo all’attività per il 37 per cento delle imprese. Tutto ciò contribuisce a rendere sempre più fragile un sistema imprenditoriale che, dal 2019 ad oggi, ha visto quasi raddoppiato il numero di imprese (sono quasi 300mila nel 2020) che non ha ottenuto il credito richiesto risultando, pertanto, sempre più esposto al rischio usura”.

Sul fronte del credito, per l’appunto, è sempre alto il numero di imprese che non hanno ottenuto quanto richiesto. Confcommercio, così, ha sottolineato che la quota delle imprese a rischio usura o che sono possono finire al centro di un acquisto anomalo dell’attività, si attesta tra il 13 e il 14 per cento. Fatti due conti, le imprese in pericolo sono tra le 30 e le 40mila.

Come detto, aspetti più marcati di questa problematica sono nel Mezzogiorno e nel comparto turistico. Dai dati raccolti, gli imprenditori (un 30 per cento) ha affermato di avvertire una certa solitudine davanti a eventuali pericoli di infiltrazioni da parte della criminalità, anche se allo stesso tempo hanno ribadito di aver un sostegno da parte sia delle forze dell’ordine che delle associazioni di categoria e imprenditoriali.

Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: “La crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria, che sta mettendo a durissima prova il mondo imprenditoriale, rischia di favorire lo sviluppo di fenomeni criminali. Soprattutto l’usura con migliaia di imprese nel mirino della malavita organizzata, un pericolo reale che va affrontato. Servono allora aiuti efficaci per le aziende più colpite dagli effetti del Covid. Dunque, ampie moratorie fiscali e dei prestiti bancari e più indennizzi a fondo perduto per ridare ossigeno alle imprese”.

Aggiornato il 09 ottobre 2020 alle ore 14:33