Lufthansa pensa ai tagli

Lufthansa potrebbe tagliare fino a 26mila posti su scala mondiale, per arginare gli effetti della crisi del Coronavirus: ben più dei 10mila preventivati dal ceo Carsten Spohr solo di recente. Entro il 22 giugno il gruppo, che l’altra sera ha incontrato i delegati sindacali di Verdi, Ufo e Vereinigung Cockpit, vuole adesso trovare un accordo, prevedendo una ripresa “molto lenta” dell’attività, nel contesto della pandemia. L’annuncio ha fatto insorgere l’opposizione in Germania, dove Verdi e Linke (Sinistra) hanno sollecitato il governo di Angela Merkel a sedersi di nuovo al tavolo, per rinegoziare le condizioni dei 9 miliardi di euro di aiuti che prevedono un 20% di partecipazione statale nel colosso.

“Senza un significativo calo dei costi del personale durante la crisi perdiamo la chance di una ripartenza migliore e rischiamo che Lufthansa ne esca chiaramente indebolita. Vogliamo evitare questo scenario. Per questo mettiamo ogni impegno per far sì che l’incontro del 22 giugno con i nostri partner possa arrivare a concreti risultati”, ha affermato Michael Nieggemann, delegato al Personale e all’Ufficio legale e direttore del lavoro di Lufthansa, rispondendo a una richiesta dell’Ansa.

“La domanda per il traffico aereo si riprenderà prevedibilmente solo lentamente - ha aggiunto un portavoce - Riteniamo che la flotta di Lufthansa, dopo questa crisi, conterà 100 aerei in meno”, sui 763 complessivi della flotta. “Per questo pensiamo che Lufthansa avrà 22mila posti di full time in meno, la metà dei quali in Germania. L’obiettivo è, col ricorso alla casa integrazione e alle misure di crisi, evitare di arrivare a licenziamenti secchi”, ha aggiunto. Durante i mesi cruciali della pandemia, che ha comportato la chiusura delle frontiere su scala globale, la compagnia di bandiera tedesca ha portato la sua attività al minimo, lasciando a terra il 95 per cento della flotta. Gli aerei Lufthansa hanno continuato a volare soltanto per riportare in patria i molti turisti tedeschi rimasti bloccati in diversi paesi del mondo. Già nelle scorse settimane il gruppo - che di dipendenti ne conta 135mila - ha annunciato un piano di risanamento. Ed è recentissimo l’accordo con il governo Merkel, per un salvataggio statale, che ha visto una pesante trattativa, prima interna e poi con Bruxelles (che ha imposto il prelievo dei diritti di atterraggio sugli aeroporto di Francoforte e Monaco). È di qualche giorno fa inoltre la notizia che il colosso tedesco lascerà il Dax (indice di borsa delle società a più alta capitalizzazione in Germania) il 22 giugno, scivolando nel Mdax (indice delle imprese a capitalizzazione medie). In questo scenario, anche il dibattito politico si è acceso: “9 miliardi di euro per una impresa che ne vale 4, e la rinuncia ad avere voce in capitolo. Se Lufthansa taglierà 22mila posti di lavoro, il governo federale ne sarà responsabile”, si è infiammato il leader Bernd Riexinger, della Linke. Mentre per i Verdi, Anton Hofreiter ha commentato: “Alla luce dei nuovi sviluppi, il governo dovrebbe sedersi d’urgenza nuovamente al tavolo e rinegoziare il pacchetto di aiuti”.

Aggiornato il 12 giugno 2020 alle ore 13:48