I trasporti nella Fase 3

La pandemia cambierà il settore dei trasporti anche sul lungo termine. Gli effetti della crisi sulle abitudini di mobilità sembrano infatti destinati a resistere oltre il momento in cui il rischio del contagio si sarà azzerato, ponendo cittadini e decisori pubblici davanti all’opportunità di promuovere un diverso sviluppo delle reti.

La fase in cui Tornare in movimento, titolo del webinar Ibl tenutosi ieri, rappresenta allora l’occasione per riconsiderare alcune scelte in materia di trasporto pubblico, riduzione dell’inquinamento e della congestione in un’ottica di efficiente uso delle risorse e di impatto sui conti pubblici.

Coordinata da Carlo Stagnaro, la tavola rotonda on-line è stata aperta da una relazione di Francesco Ramella (research fellow dell’Istituto Bruno Leoni e docente di Trasporti all’Università di Torino). Sulle abitudini di mobilità, specie nell’ambito del trasporto pubblico locale, si è invece concentrata Ivana Paniccia (Direttore Ufficio Servizi e Mercati Retail dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti). A sua volta, Enrico Musso (professore ordinario di Economia applicata all’Università di Genova) ha messo in evidenza la necessità di ricorrere a politiche di road pricing.

Idee non convenzionali permetterebbero di sfruttare il miglior potenziale dei mezzi privati, utili nel breve termine. È urgente accrescere l’efficienza dei trasporti pubblici (da noi il costo di produzione è doppio rispetto al Regno Unito) e rivalutare alla luce del prevedibile calo della domanda gli investimenti in Grandi Opere, soprattutto le ferrovie il cui finanziamento è interamente a carico della finanza pubblica e che non possono essere un “volano per la crescita”. Le risorse dovrebbero essere concentrate sugli investimenti in ambito urbano, gli unici che possono avere un impatto sulla produttività.

Aggiornato il 09 giugno 2020 alle ore 12:52