Il virus uccide l’estetica

L’effetto principale del lockdown non è soltanto la perdita di fatturato, ma spesso e volentieri anche l’espulsione dal mercato di tutte quelle piccole attività che non hanno le risorse per riaprire e che molto spesso lasceranno spazio al lavoro nero o alle grandi catene multinazionali.

La chiusura fino al 1 giugno di parrucchieri e centri estetici è una condanna a morte per il settore della cosmetica. Il grido di allarme è di Giannantonio Negretti, presidente della Ng Group Universal, azienda con 60 anni di attività alle spalle, che ha deciso di scrivere al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per denunciare i rischi che gravano su un settore fondamentale per il made in Italy, minacciato dalla perdita di oltre il 18 per cento del fatturato e di 49mila posti di lavoro. Negretti chiede al capo dello Stato di sensibilizzare il governo affinché vengano presi provvedimenti economici immediati per scongiurare chiusure a catena tra i saloni di acconciatura ed estetica e siano comunicate al più presto le misure cui questi dovranno attenersi al momento della ripartenza. Serve in ogni caso, scrive Negretti, “anticipare la riapertura, congelare le tasse e le utenze per un periodo adeguato, evitare il licenziamento dei collaboratori”.

In caso contrario, conclude l’imprenditore, sarà impossibile fermare l’ecatombe sociale che già si profila e che riguarda il posizionamento italiano sul mercato estetico globale e, in chiave domestica, la chiusura a catena di tantissime attività commerciali spesso a conduzione familiare. Discorso chiaramente applicabile ad ogni settore merceologico.

Aggiornato il 05 maggio 2020 alle ore 11:57