Crollano gli ordini dell’industria: appello ai leader europei

Un pesante calo congiunturale. Gli ordinativi dell’industria registrano a febbraio un -4,4 per cento. In termini tendenziali l’indice grezzo diminuisce del 2,6 per cento, con una marcata riduzione del mercato interno (-4,2 per cento) stabile quello estero (-0,2 per cento). La maggiore crescita tendenziale si registra nell’industria farmaceutica (+8,3 per cento), mentre il peggior risultato nel tessile e abbigliamento (-9,1 per cento).

A febbraio il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisce del 2,1 per cento rispetto a gennaio e nella media degli ultimi tre mesi l’indice generale è rimasto pressoché stabile, con una variazione del +0,1 per cento rispetto alla media dei tre mesi precedenti. Lo stima l’Istat. La dinamica congiunturale del fatturato riflette variazioni negative sul mercato interno (-2,3 per cento) ed estero (-1,5 per cento). Corretto per gli effetti di calendario (20 giorni lavorativi come a febbraio 2019), il fatturato totale cresce in termini tendenziali dello 0,9 per cento.

Intanto, 23 amministratori delegati e presidenti di grandi aziende e federazioni industriali d’Europa firmano un appello rivolto ai leader europei. L’obiettivo è la solidarietà fra tutti gli Stati membri e lavorare per un’Europa più forte, con il mercato unico come strumento centrale per superare questa crisi, e assicurare che tutti i Paesi abbiano accesso al mercato per finanziare la ripresa. Tra i firmatari c’è anche Michael Manley, ceo di Fiat Chrysler automobiles.

Oltre a Manley che è anche presidente di Acea (l’associazione europea dei costruttori di automobili) a firmare l’appello, tra gli altri, figurano Armando Brunini, ceo di Sea, la società aeroportuale che gestisce gli scali di Milano; Emilio Braghi, vicepresidente senior e presidente di Novelis Europe, e presidente di European Aluminium (l’associazione dell’industria europea dell’alluminio); Daniele Ferrari, ceo di Versalis (gruppo Eni) e presidente di Cefic (l’associazione europea dell’industria chimica). “Noi vediamo che la risposta all’attuale crisi non è meno Europa ma più Europa”, scrive il gruppo dei 23 nella lettera indirizzata ai leader.

Aggiornato il 22 aprile 2020 alle ore 15:09