Mes 2012: come andarono i fatti

Il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) è oggi entrato nella terminologia corrente sino all’eccesso e, come non bastasse, a seguito del discorso del premier Giuseppe Conte al Paese è divenuto oggetto di dibattito anche per la sua paternità. E questo davvero non ha senso. È inutile ed infruttuoso ascoltare le versioni di parte quando è sufficiente andare a leggere gli atti parlamentari ove tutto è custodito e registrato. Essi non possono mentire e forniscono la fotografia di qualsiasi periodo o votazione si voglia esaminare. E per ricostruire la genesi del famigerato trattato basta un clic sul sito del Parlamento e andare al 19 luglio 2012 quando la Camera, in ultima lettura, ne approvò la legge di ratifica in un clima di assoluta ordinarietà, nel senso che la questione fu dibattuta poco o niente. Il successivo 23 luglio con la promulgazione del presidente della Repubblica il provvedimento divenne legge definitiva dello Stato.

Il Governo in carica era quello tecnico di Mario Monti che aveva sostituito il Governo di Silvio Berlusconi il 16 novembre 2011 ed eravamo nella sedicesima legislatura che, con la maggioranza di centrodestra durò dal 2008 al 2013. Il Mes è sorto mediante la firma di un trattato che fu sottoscritto dai 17 Paesi dell’Eurogruppo il 2 febbraio 2012 ma le cui negoziazioni, assai complesse, erano iniziate ufficialmente nel maggio 2010, informalmente anche prima in quanto il vecchio Fondo salva Stati non rispondeva più alla dilagante crisi dei debiti sovrani. Il testo fu perfezionato durante il Consiglio dell’Unione europea nel luglio 2011 e quindi con il governo Berlusconi in carica.

I trattati però – nel nostro ordinamento come in quello degli altri paesi del gruppo euro – dopo la firma devono essere ratificati dal Parlamento cui spetta l’ultima parola. Nel caso specifico l’iter approvativo iniziò al Senato cui il documento arrivò il 17 aprile 2012 e concluse l’esame in Assemblea l’11 luglio. Il giorno successivo fu votato a maggioranza quasi unanime: su 229 senatori presenti i favorevoli furono 191, appartenenti a Pdl, Udc e Pd. Solo la Lega, compatta, espresse voto contrario mentre l’Italia dei Valori si astenne. Il passaggio all’altro ramo del Parlamento, avvenuto il 17 luglio presentò un quadro più frastagliato.

Dopo un rapido passaggio in Commissione il disegno di legge arriva in Aula per la votazione finale il 19 luglio ove su 414 presenti votarono a favore 325 deputati, 53 contro e 36 astenuti. Nel centro destra la Lega è l’unica a votare compattamente contraria mentre il Pdl è spaccato. Molti deputati si astengono tra cui Guido Crosetto che, nella dichiarazione di voto, è uno dei pochi a spiegare con chiarezza la portata e le conseguenze del trattato in esame. La sua scelta non in linea con quella maggioritaria del proprio partito sarà seguita da altri parlamentari che di lì a poco avrebbero dato vita a Fratelli d’Italia per iniziativa di Giorgia Meloni, quel giorno assente. Il Pd votò favorevolmente nella quasi totalità dei presenti.

Un testo così complesso fu quindi discusso e votato alla Camera in Assemblea in mezza mattinata: dichiarazioni di voto poche e limitate all’essenziale, incentrate più su aspetti marginali che su quei complessi meccanismi definiti “di stabilizzazione” di cui oggi tutti parliamo. A parte poche persone, una maggioranza trasversale di parlamentari votò senza i necessari approfondimenti un testo composto da un lungo preambolo, 48 articoli di complessità unica, più gli allegati.

È tardi ora per dare la colpa agli uni o agli altri. Il Mes esiste e il ricorrervi è una scelta volontaria del Governo che ha però il dovere di fornire indicazioni chiare in merito senza trincerarsi dietro artifizi quali l’assenza di condizionalità per la parte del fondo dedicata alle spese sanitarie, che ovviamente costituiscono una minima porzione dell’esigenza complessiva su cui invece contribuirebbero ad incombere le condizionalità suddette. Bisogna fare attenzione alle norme di linguaggio poiché un tempo neppure i parlamentari sapevano cosa era il Mes, ora lo sanno tutti!

Aggiornato il 14 aprile 2020 alle ore 14:41