La Commissione Europea e il sostegno alla blue economy

Si svolge a Bruxelles, la giornata di approfondimento, organizzata dalla Commissione europea e dedicata alla promozione dell’economia blu, “Blue Economy Window” per finanziare progetti e iniziative curate dalle imprese europee e finalizzate alla promozione di politiche di sviluppo sostenibile, potenziando tutte le opportunità della blue economy. Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca della Commissione euroepa ha lanciato il nuovo bando per lo sviluppo del settore in tutta l’Ue.

Nell’ambito della progettualità, le imprese possono ottenere un finanziamento sia come singole entità che come consorzi. Il budget complessivo è di 22 milioni e 500mila euro. Nel corso della progettualità, le organizzazioni aziendali possono ottenere tra i 700mila euro e i due milioni e 500mila euro. La scadenza del bando è fissata per il 27 febbraio 2020. L’obiettivo è quello di innescare idee, proposte, progetti, nuovi prodotti, servizi e modelli commerciali per le imprese europee che vogliono avviare attività redditizia in linea con i modelli dello sviluppo sostenibile e valorizzando le opportunità della blue economy. Il variegato settore dell’economia blu attira sempre di più l’importanza delle istituzioni europee. A tal riguardo è importante ricordare che secondo il rapporto della Commissione europea intitolato “EU blue economy report”, l’economia blu dell’Unione europea continua a crescere.

“Le attività economiche relative agli oceani, ai mari e alle aree costiere hanno registrato un utile lordo di 74,3 miliardi di euro nel 2017, con 4 milioni di occupati, il che rappresenta un aumento di mezzo milione dal 2011”, riporta il rapporto della Commissione europea. La crisi economica nel 2008-2009 ha colpito duramente le attività portuali, i cantieri navali e il trasporto marittimo, soprattutto a causa del rallentamento della produzione e degli scambi commerciali globali. Nonostante i recenti trend positivi, alcuni di questi settori continuano a incontrare difficoltà importanti.

Le attività portuali continuano a svolgere un ruolo chiave nel commercio, nello sviluppo economico e nella creazione di posti di lavoro. Secondo l’European Sea Ports Organization, il 90 per cento del commercio di merci in Europa passa attraverso 1.200 porti marittimi nei 23 stati membri. Molti di questi porti ricevono anche centinaia di milioni di passeggeri a bordo di navi da crociera e traghetti. Il numero di container diretti nei porti europei è aumentato di oltre quattro volte negli ultimi vent’anni. Il valore aggiunto generato dal settore è cresciuto del 21,9 per cento dal 2009 al 2017, raggiungendo 34,4 miliardi di euro. L’utile lordo, pari a 13,6 miliardi di euro, è stato superiore del 9,2 per cento rispetto al 2009. Il fatturato è ammontato a 89,2 miliardi di euro con un aumento del 36 per cento rispetto al 2009. Questo settore si stima abbia offerto direttamente 574.072 posti di lavoro nel 2017, determinando una crescita del 26 per cento rispetto al 2009.

Il salario medio annuo è stato stimato in 36.277 euro. Nel 2016, il peso totale delle merci trasportate nei principali porti dell’Unione europea con il trasporto marittimo a corto raggio è stato di 2.531 milioni di tonnellate. Nel complesso, il trasporto marittimo ha rappresentato il 6 per cento dei posti di lavoro, il 12 per cento del Val e il 16 per cento dei profitti sul totale della Blue Economy dell’Unione europea nel 2017.

In Italia, il settore è dominato dal comparto del turismo costiero, che ha contribuito al 49 per cento dei posti di lavoro e al 36 per cento del Val nel 2017. Anche il trasporto marittimo contribuisce in maniera significativa alla Blue Economy, generando il 12 per cento di posti di lavoro.

Aggiornato il 25 novembre 2019 alle ore 16:23