Sardex moneta

Viviamo nell’era degli indici di Borsa, dei bitcoin, criptovalute che di reale hanno poco. Eppure nella società moderna esiste una realtà economica e sociale importante e soprattutto ben organizzata. Stiamo parlando di “Sardex”, https://www.sardex.net/ il circuito di credito commerciale operante su tutto il territorio della Sardegna e basato su un sistema di crediti e debiti tra fornitori e compratori. Si tratta di una moneta complementare all’euro che sfrutta il libero scambio economico e sociale.  Questo movimento monetario, nato nel 2010 dalla mente di cinque giovani (tutti ex “cervelli in fuga”), sta crescendo in tutta la penisola. Dalla Sardegna è approdato in Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e si è alleato con altre reti alternative.

Se normalmente l’imprenditore mira ad accumulare capitale, e quindi moneta, nel circuito Sardex è spinto a reinvestire subito i crediti ottenuti. Il principio è semplicissimo: un’azienda che vuole espandersi, ma non ha la liquidità necessaria, può far richiesta di entrare nel circuito, pagando una quota annuale. I gestori verificano che i beni di quell’azienda possano avere un mercato dentro il circuito (se la richiesta proviene da un imprenditore vinicolo, ad esempio, si controlla che ci siano ristoranti ed enoteche a sufficienza), e una volta ammessa, riceve Sardex per una cifra pari a 25mila euro. Con questi potrà comprare da altre aziende del circuito tutto ciò di cui necessita per espandersi, per poi aumentare le vendite sia in euro che in Sardex, così da ripianare il debito di 25mila contratto inizialmente e avere un mercato parallelo permanente. I rapporti tra le imprese sono facilitati dallo staff di Sardex, 50 persone in tutto, che seguono ciascun iscritto in ogni passo all’interno del circuito.

Esistono vari principi fondamentali che regolano questo sistema: i crediti non sono convertibili in moneta corrente, ergo le aziende sono spronate a continuare a effettuare transazioni all’interno del circuito. Tanto i debiti quanto i crediti non sono soggetti a interessi, quindi gli operatori sono spinti a far circolare i Sardex e non a conservarli. Per finire, chi ha debiti in Sardex è spinto a ripianarli, perché dopo un anno il suo credito verso il sistema andrà restituito in euro.

Basti pensare che la velocità di circolazione di questa moneta è di sei volte superiore a quella dell’euro e i numeri parlano chiaro: 4000 imprese associate al circuito, 700mila transazioni, più di 350 milioni di euro (in crediti Sardex) di giro d’affari complessivo, che cresce di anno in anno. 

L’idea prende spunto da Wir, un circuito di moneta complementare svizzero, nato nel 1934 su volontà di sedici imprenditori che, per ovviare alla mancanza di liquidità dopo la crisi del 1929 cominciano a segnare su un libro mastro tutti i rapporti di credit e debito tra loro. Oggi Wir è un circuito economico di 62mila membri, 45mila dei quali piccole e medie imprese, con un capitale equivalente a circa 3 miliardi di franchi svizzeri.

In conclusione, Sardex si presenta come un modo per aumentare il potere d’acquisto di singoli e famiglie che potrebbe poi avere effetti positivi sulle attività economiche di molti centri urbani, creando una rete economica fondamentale per i piccoli e medi imprenditori.

Aggiornato il 07 ottobre 2019 alle ore 12:52