Tim: Tar sospende multa Golden Power

Sono meno dense le nubi sopra Tim. Il Tar ha sospeso la maximulta da 74,3 milioni di euro legata al “Golden Power” per la quale nel primo trimestre il cda aveva fatto degli accantonamenti. Non potranno beneficiarne i conti del successivo periodo, che il cda si prepara ad approvare il 24 luglio, perché non cambia il grado di rischio ma il suo orizzonte si sposta avanti di un anno (il Tribunale ha fissato per l’8 maggio 2019 l’udienza nel merito).

L’ad Amos Genish ha però almeno ribadito, in occasione dell’accordo con i fornitori, di aspettarsi numerose efficienze dal piano di ottimizzazione delle infrastrutture e questo potrebbe far migliorare il consensus che per ora vede ricavi in calo del 2,9% a 4,8 miliardi e un ebitda in ribasso dll’1,9% a 2,08 miliardi. Prosegue dunque l’implementazione del piano DigiTim e di pari passo i lavori per la separazione della Rete, in attesa a breve di una risposta di Agcom sul progetto della Netco (la notivica è stata fatta il 27 marzo). Si susseguono gli incontri tecnici mentre al di là dell’apprezzamento arrivato subito dopo l’invito dell’ad di Tim Amos Genish a ragionare su una possibile fusione per far nascere in Italia unico operatore della ‘fibra fino a casa’ (Ftth) non ci sarebbero ancora stati incontri ufficiali con Open Fiber, che resta focalizzata sul suo piano. Il 20 giugno l’ad ha dichiarato per la prima volta che “un unico player (nell’Ftth, ndr) potrebbe essere meglio”.

È stato semplice tirare le somme, e immaginare quale sarebbe eventualmente il veicolo per quell’operazione in futuro, sapendo che nel perimetro di Tim già esiste una società - Flash Fiber, la jv 80% Tim e 20 per cento Fastweb - che si dedica alla rete di accesso in fibra ottica. In 20 giorni non ci sono stati passi avanti, sul tavolo continua a non esserci niente di concreto ma in casa Tim si continua a lavorare per rendere la strada percorribile. “Il principale ostacolo potrebbe essere la governance” commentano gli analisti di Equita. “Se abbiamo fiducia nel mercato e decidiamo di accentrare l’intera proprietà della rete in fibra in capo a una società neutrale, dobbiamo avere la convinzione della gestione equilibrata dell’infrastruttura. Se invece ci sono dei dubbi potremmo pensare che andrebbe meglio una controllata dallo Stato. Poi però potremmo avere dei dubbi sulla capacità dello Stato di gestire questa importante infrastruttura…” ha detto il presidente di Agcom Marcello Cardani aprendo a un paradosso come quello di Buridano. L’ipotesi che Mediaset e Tim, anche dopo che l’operatore tlc abbia dismesso la rete, possano unirsi o comunque vi sia un interesse da parte del Biscione “ad oggi mi sembra fantafinanza, fantaeditoria”.

Stoppa così sul nascere le speculazioni l’amministratore delegato del gruppo televisivo, Pier Silvio Berlusconi, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la presentazione della programmazione televisiva 2018-2019 a Monte Carlo. L’interesse per Tim “è fuori dal nostro navigatore: molti anni fa si era pensato, me è un treno che è passato”, aggiunge Pier Silvio Berlusconi che sta invece guardando a un’alleanza europea per la produzione e diffusione di contenuti televisivi, in concorrenza con i piani di Vivendi, socio del Biscione a quasi il 30 per cento.

Aggiornato il 06 luglio 2018 alle ore 10:54