Economia americana frena, Amazon vola

L’economia americana frena, con il Pil del primo trimestre cresciuto del 2,3% contro il 2,9% degli ultimi tre mesi del 2017. E frenano anche il Pil britannico (+0,1%), ai minimi dal 2012, e quello francese (+0,3%).

Ma se in Europa il timore è che la ripresa possa davvero aver esaurito la sua spinta, negli Stati Uniti il rallentamento all’inizio del 2018 era ampiamente previsto, anche dalla Fed, ed è considerato temporaneo. Il dato del Pil americano del primo trimestre, infatti, è migliore delle previsioni e non sembra preoccupare gli analisti, certi di una nuova decisa accelerazione da aprile a giugno. Accelerazione dovuta soprattutto al crescente impatto del taglio delle tasse. Insomma, l’obiettivo dell’amministrazione Trump di una crescita al 3 per cento per ora sembra restare a portata di mano. Quello che ha pesato sui primi tre mesi è stato in particolare un deciso rallentamento dei consumi delle famiglie, cresciuti solo dell’1,1%, ai minimi del 2013. In calo soprattutto gli acquisti di automobili, abbigliamento e calzature. Ma le attese sono per un deciso rimbalzo da aprile a giugno: perché se è vero che sui nuclei familiari comincia a pesare il graduale dissiparsi dei vantaggi legati a una bassa inflazione e a tassi su prestiti e mutui più convenienti, è altrettanto vero che l’impatto positivo della riforma fiscale da 1500 miliardi di dollari targata Donald Trump comincia a farsi sentire solo adesso sulle buste paga dei lavoratori dipendenti e sui redditi di vario genere. A beneficiare dell’alleggerimento della zavorra fiscale sono invece già le imprese, la cui spesa per investimenti, pur rallentando un poco, resta solida. Così come la spesa per investimenti da parte del governo.

Ora gli occhi sono come al solito puntati sulla Fed. Il Pil al 2,3 per cento è comunque migliore delle previsioni della banca centrale statunitense e, salvo clamorose sorprese, a questo punto ci si attende un nuovo rialzo di tassi di interesse - il secondo quest’anno - nella riunione di giugno. Intanto a Wall Street la giornata sembra più segnata dall’exploit di Amazon che dal dato sul Pil, col Nasdaq che gode dei conti record del primo trimestre del gigante del commercio online. Gigante il cui titolo è arrivato a superare il 7 per cento toccando i massimi di sempre. A dispetto dei continui attacchi da parte del presidente Trump che vorrebbe far pagare più tasse al gruppo guidato da Jeff Bezos. Amazon guida così insieme a Facebook la riscossa dei titoli tecnologici dopo settimane di cattivi risultati che hanno fatto perdere ai cosiddetti Fang (Facebook, Amazon, Netflix e Google) circa 100 miliardi di dollari in una settimana.

Aggiornato il 27 aprile 2018 alle ore 20:19