Fisco, tasse, tributi: l’esperto risolve

Puntuale anche questa settimana prima delle feste pasquali la rubrica del dottor Alfredo Annibali, commercialista di Roma, che settimanalmente risponde ai quesiti dei lettori in materia fiscale e tributaria. Il dottor Annibali vanta un’esperienza trentennale nel settore ed è anche Revisore legale e Perito del Tribunale civile di Roma. Domande e risposte per aiutare il contribuente a destreggiarsi meglio nell’intricato mondo del fisco.

Gianluca da Roma mi domanda: ho letto recentemente sulla cronaca romana di un quotidiano nazionale la vicenda dei presunti abusi sui subaffitti di locali commerciali di proprietà del Comune a soggetti diversi dell’intestatario del contratto. Siccome mi appresto a prendere in gestione un’attività mi devo preoccupare? Dovrò fare un nuovo contratto di locazione? No. Ho letto anch’io l’articolo in questione e a parer mio si è fatta confusione tra subaffitto e affitto d’azienda. La gestione di un’azienda commerciale implica necessariamente che l’affittuario (gestore) subentri in tutti i rapporti in essere del vecchio titolare altrimenti risulterebbe impossibile proseguirne l’attività e questo non solo è consentito ma è anche dovuto (rientrano in questa casistica i rapporti di lavoro). Diverso sarebbe se si affittasse ad altre persone solamente le mura, in quel caso se non espressamente previsto sarebbe illecito. Tanto per rimanere sull’argomento ricordo che comunque deve essere presentata una “S.c.i.a.” (segnalazione certificata inizio attività) per il sub-ingresso e il tecnico deve certificare che tutto risponda alle normative. Non è sufficiente quindi che il locale sia già autorizzato (spesso sono vecchie licenze), ma occorre rispettare le normative attuali.

Alessandra da Roma: ho investito parecchio in pubblicità per lanciare il mio locale gestito da una Srl di cui sono amministratrice e socia di maggioranza. Purtroppo per effetto di tali spese l’esercizio chiuderà in perdita, ma non c’è modo di non computare tali oneri visto che ne beneficerò anche in futuro? In linea di massima no. Dal 2016 tali uscite non possono più essere “capitalizzate” ma devono essere interamente imputate all’anno in cui sono state sostenute. Si potrebbero assimilare a quelle di impianto, ma ne occorre dimostrare (oltre al fatto di non essere ricorrenti) il rapporto causa effetto con i futuri ricavi che ne potrebbero derivare. Insomma, un po’ difficile.

Luisa da Macerata: abito in un condominio e abbiamo deciso di effettuare dei lavori volti alla riduzione del rischio sismico. L’importo è notevole ma almeno avrò dei benefici fiscali? Sì e neanche pochi se tali lavori sono finalizzati anche al miglioramento dell’efficienza energetica dello stabile. Se così fosse, l’importo massimo di spesa ammessa sarebbe di 136mila euro per unità abitativa con una percentuale di recupero variabile dall’ottanta all’ottantacinque per cento. La prossima settimana approfondirò meglio l’argomento.

 

Aggiornato il 29 marzo 2018 alle ore 19:06