MPS (Molto Protette Sempre)

Così come in passato, il Monte dei Paschi di Siena la sfanga sulla pelle di tutti, perché sia chiaro, anche questa volta, direttamente o indirettamente, le finanze pubbliche c’entrano eccome.

Il problema però è un altro, perché altrettanto che in passato, anche questo salvataggio è posticcio, parziale e certamente non risolutivo dei mali del colosso senese, che ben altra dimensione possiedono. Del resto, una soluzione veloce andava trovata, perché a partire dai misteri che il MPS si porta dietro e dentro, un suo crac sarebbe stato catastrofico per il sistema. È questa la ragione perversa per la quale in un modo o nell’altro le banche la passano sempre liscia, mentre gli incolpevoli risparmiatori ci rimettono e basta. Perché sia chiaro, per il MPS il conto pagato dai cittadini è stato salatissimo e lo sappiamo bene. In fondo quando si tratta di reperire risorse a favore degli istituti di credito, che ne hanno fatte di tutti i colori, il modo i governi lo trovano, è solo per cambiare la Legge Fornero che i soldi non si trovano mai.

Oltretutto, ed è quello che ci indigna insopportabilmente, mentre si aiutano le banche fino all’impensabile, non si riesce poi a obbligarle a fare davvero il loro mestiere, cioè erogare credito a chi lo merita. Va da sé, infatti, che l’accesso al credito per gli artigiani, i piccoli imprenditori, le famiglie, gli autonomi, resti una chimera che grida vendetta al cospetto dei favori fatti agli istituti di credito. Basterebbe, infatti, entrare in una banca e chiedere un fido, un prestito, un mutuo, una seppure minima linea di credito per averne contezza; ci si troverebbe di fronte a richieste tali da rendere impossibile qualsiasi risultato.

Come se non bastasse, c’è la vergogna dei tassi d’interesse che le banche impongono ai correntisti che, a dispetto del saggio attuale di approvvigionamento, raggiungono per i clienti livelli al limite dell’usura. Insomma, governo dopo governo si aiutano le banche con leggi e leggine, provvedimenti e salvataggi, ma non si pensa ad emanare una seria riforma del sistema che favorisca l’economia reale e le necessità di accesso al credito della gente. Ecco perché alla fine il problema bancario in Italia resta tale e quale; ecco perché i mercati continuano a sfiduciarlo; ecco perché prima o poi serviranno nuovi interventi. Senza una radicale riforma del credito e degli organi di vigilanza, che dovrebbero assicurarne la correttezza e la funzionalità, l’Italia resterà con un vulnus di base rischioso e pericoloso. Soprattutto resterà nelle mani delle banche quel diabolico potere contrattuale, che somiglia tanto a un ricatto, legato alla paura che fallendo si trascinerebbero dietro di tutto e di più.

Questa purtroppo è la storia del nostro Paese, che in decenni ha assistito a scandali bancari da film horror senza che mai, o quasi, si assegnassero colpe ai colpevoli. In Italia si sa, la logica del “paga Pantalone” ha risolto e salvato la qualunque, sempre a spese dei contribuenti, per questo ci ritroviamo ridotti come siamo. Comunque sia staremo a vedere quanto durerà l’ennesimo salvataggio e quali effetti positivi produrrà sui mercati. Per il momento gli esempi del passato ci inducono ancora alla sfiducia e al peggior pessimismo.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 18:46