Ultimi illusionismi  in vista dei ballottaggi

Come è noto, proprio in vista dei ballottaggi di domenica prossima, il Governo Renzi tenta l’ultimo colpo di coda, in stile controffensiva delle Ardenne, annunciando un complicatissimo quanto oneroso provvedimento per anticipare la pensione ad un congruo numero di soggetti.

Incontrando i sindacati, il sottosegretario alla Presidenza Tommaso Nannicini e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti hanno discusso la possibilità di una sorta di prestito previdenziale, della durata massima di vent’anni, ripagato con una parte delle pensioni erogate e finanziato dal nostro “solidissimo” sistema bancario. Tutto questo con la garanzia dello Stato italiano, per la cronaca il più indebitato d’Europa dopo la Grecia.

Ovviamente, data l’inconcludenza dell’incontro, aggiornato guarda caso subito dopo i ballottaggi ma appena prima il previsto terremoto finanziario causato dalla sempre più probabile Brexit, trattasi dell’ennesimo ballon d’essai di un Premier che sembra aver imboccato una rapida e, probabilmente, irreversibile parabola discendente. In questo caso, al di là dell’arzigogolato tecnicismo della misura avanzata, è evidente l’intenzione di lanciare un rassicurante messaggio ai pensionati in generale, i quali rappresentano la più grande categoria elettorale.

Ma il problema politico di fondo è che il Paese nel suo complesso mostra di aver compreso l’inconsistenza di simili iniziative, le quali sembrano essersi praticamente esaurite nella sostanza con l’elargizione di tutta una serie di fallimentari mancette elettorali, stile bonus degli 80 euro. Visto soprattutto l’andamento asfittico dell’economia, per nulla sostenuta da un sistema finanziario in stato precomatoso, buona parte del popolo che aveva aderito fiducioso alla promessa di una radicale svolta renziana si sta accorgendo che al comando non c’è uno statista, ma solo uno spregiudicato giocatore d’azzardo che, pur dichiarando ai quattro venti di metterci la faccia, i suoi rilanci li fa con i quattrini degli altri.

Solo che questa volta, per usare la terminologia dei pokeristi, il piatto piange e la gente che vota lo ha ben compreso.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:27