Pier Carlo Padoan e madama la marchesa

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, si sta rivelando una vera sorpresa in fatto di militanza renziana. Partito come la coscienza critica di un Esecutivo tutto sbilanciato dal lato dei regali elettorali, in questi ultimi tempi il Pier Carlo nazionale sembra distinguersi come il più allineato tra i ministri del Governo dei miracoli.

Emulando il suo capo di Palazzo Chigi, Padoan lancia a giorni alterni segnali più che ottimistici sia all’interno che all’esterno. Soprattutto nei riguardi di una Europa sempre più preoccupata per la nostra scricchiolante situazione finanziaria, egli si sforza di dimostrare che tutto è sotto controllo e che, pertanto, possiamo tranquillamente riprendere il nostro ruolo di cicale visto che il peggio sembra passato. Tant’è vero che persino sul fronte della polveriera previdenziale Padoan da tempo promette di allentare ulteriormente i cordoni della borsa, smantellando ciò che resta della tanto bistrattata Legge Fornero.

Ma il problema per noi italiani, almeno per quei pochi che ancora credono nella fondatezza dei numeri, è che con un colossale debito pubblico che non scende di una virgola, malgrado le solenni promesse dello stesso Esecutivo Renzi, appare difficile convincere le autorità europee a concedere ulteriori dosi di flessibilità, quando poi - come hanno capito pure i sassi - quest’ultima verrebbe utilizzata per aumentare la spesa corrente attraverso nuove infornate di pasti gratis.

D’altro canto, la traiettoria che ci chiedono di seguire le medesime autorità è quella di rendere sostenibile un debito pubblico che viaggia intorno al 133 per cento del Pil senza mettere in campo le solite, quanto fallimentari politiche keynesiane. Politiche le quali, ovviamente, sono particolarmente apprezzate dagli illusionisti di professione perché consentono loro di spendere molti quattrini in cambio di consensi. Ed è per questo che il nostro buon Padoan vorrebbe che l’Europa ci concedesse di allargare il nostro deficit, appesantendo il macigno del debito pubblico: consentire al mago di Firenze di annunciare nuove svolte epocali d’Egitto realizzate essenzialmente a colpi di tasse e di prestiti.

Da questo punto di vista, inquadrato l’obiettivo, appare ovvio che il ministro dell’Economia, garante in teoria della stabilità del bilancio pubblico, non faccia altro che ripetere ai quattro venti quel sinistro “tutto bene madama la marchesa” dietro il quale si cela una grande mistificazione di massa. Un ritornello che proprio in questi ultimi giorni, caratterizzati da una stringente trattativa con Bruxelles, Pier Carlo Padoan sembra aver molto intensificato.

Bisognerà vedere se l’Europa, alle prese con duri scogli da affrontare (su tutti il paventato “Brexit”), ancora una volta sarà disposta a cedere di fronte ai ricattucci di un Governino che doveva cambiare il Paese e che, invece, per sopravvivere si affida sempre più alla carta usurata dei prestiti. Proprio non ci siamo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:19