La politica a difesa dell’olio di oliva

Negli ultimi mesi l’olio di oliva extra vergine è stato coinvolto in polemiche sempre più pressanti, sia per quel che riguarda la contraffazione sia per l’etichettatura. È di questi giorni la notizia dell’operazione della forestale e degli uomini del Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) che ha portato al sequestro di oltre duecento quintali di olio etichettato come Toscano Igp, mentre sembrerebbe proveniente dalla Puglia. Sempre di questi giorni è la notizia dell’approvazione, da parte delle Commissioni riunite Agricola e Giustizia, dello schema di decreto legislativo sulle disposizioni sanzionatorie per le violazioni del regolamento (Ue) n. 29/2012 relativo alle norme di commercializzazione dell’olio di oliva e del regolamento (Cef) n. 2568/91, relativo alle caratteristiche degli oli di oliva e degli oli di sansa di oliva nonché dei metodi ad essi attinenti. Il decreto del Ministero delle politiche agricole, riportava in sé argomentazioni pericolose riguardo ad eventuali rischi di depenalizzazioni delle leggi vigenti.

Le commissioni riunite hanno fatto sì che questo pericolo fosse bloccato, il tutto a salvaguardia del consumatore. Sempre più pressante si concretizza l’esigenza di educare il consumatore ed indirizzare le sue scelte verso quei prodotti di qualità, che debbono essere salvaguardati dal legislatore e dagli organi competenti. Il primo step di questa politica commerciale deve essere quella di una seria e garantita etichettatura del prodotto. L’olio è uno degli alimenti più antichi e più utilizzati, nella storia della nostra alimentazione: tutte le popolazioni del bacino del Mediterraneo ne hanno fatto da sempre un grande uso, la cucina dell’Antica Roma, quella ricca codificata da Marco Gavio Apicio, non conosceva che l’olio, questo grasso prestigioso, vero simbolo (assieme al pane e al vino) della civiltà agricola latina.

Ai nostri giorni quando si parla di olio, inevitabilmente si entra in un mondo fantastico, nel quale si rincorrono vivide immagini della memoria. La prima fra tutte è quella delle colline italiane interamente coltivate ad ulivo, siano esse liguri, toscane, umbre o laziali. La prima grande verità è che questa pianta simbolica di impareggiabile valore comunque offre frutti preziosi sulla totalità pressoché completa del territorio italiano, a testimonianza di un patrimonio agricolo inestimabile, che va difeso e tutelato sempre con maggiore attenzione, sia dal legislatore sia dagli organi competenti.

L’Italia è uno dei Paesi che vanta il maggior numero di cultivar, la maggior parte delle quali di origine territoriale, quindi diffuse solo su territori specifici regionali - poche sono quelle a larga diffusione nazionale - ma tutte capaci di fornire una produzione di alta qualità, quella qualità che va difesa ad oltranza, soffocando costantemente tuttti i truffaldini tentatividi contraffazione. Il disciplinare europeo detta regole precise sulla definizione dell’olio, oggi tutti noi utilizziamo sia in cucina che in tavola l’extravergine di oliva; si definisce extravergine di oliva l’olio ottenuto dalla prima spremitura di olive attraverso processi meccanici, quindi senza ricorso a processi o sostanze chimiche, in condizioni che non causino alterazioni dell’olio e la cui acidità libera, espressa in acido oleico, non risulti superiore all’0,8 per cento. Solo olive fresche, di prima qualità, colte e spremute, che non abbiano subito altro trattamento oltre al lavaggio, alla separazione da rametti e foglie, alla centrifugazione e alla filtrazione (Reg. Ce 1513/01). Con tale sistema di produzione l’olio mantiene immutato sia il contenuto lipidico, sia il contenuto di “componenti minori”, in particolare di antiossidanti. I composti minori, ed in particolare gli antiossidanti, tanto importanti da un punto di vista “nutraceutico”, in tutti gli altri tipi di olii durante il processo di raffinazione in pratica quasi completamente dimezzati e persi. È quindi di primaria importanza una costante attenzione degli organi preposti ad una ferrea attenzione sia sui processi produttivi sia sulla commercializzazione, a difesa non solo del consumatore ma anche della produzione.

Una politica atta alla salvaguardia di un patrimonio unico e importante nel segmento della produzione agroalimentare del nostro Paese, dove l’olio rappresenta una delle punte di diamante, ed anche perché è simbolo di qualità rappresentativo nel mondo, dove è biglietto da visita del sistema italiano di pregio.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:18