Ue: Unione politica grazie all’Italia

Sono in corso le trattative dell’accordo per il mercato unico tra l’Europa e gli Stati Uniti, tecnicamente si tratta dei negoziati TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), attualmente osteggiati dal congresso negli Stati Uniti avverso a Obama. Si tratta di accordi che, ripresi e gestiti comme il faut, possono dare lo slancio per il superamento della guerra fredda versione anni duemila tuttora in corso tra la Russia e gli Stati Uniti, rendendo protagonista l’Italia.

La Russia, dopo le ultime dichiarazioni di Vladimir Putin, deve essere attirata da questa parte del mondo, verso l’Europa non dall’altra, dalla parte della Cina. Ciò che gli Usa temono maggiormente è l’intesa in un blocco/asse politico-economico-commerciale tra la Russia e la Cina via Berlino, cioè via Germania, e con la Germania. L’Europa potrebbe fare molto se non fosse questa Europa dilaniata dalla politica di austerità voluta in maniera fallimentare dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e che fa tendere adesso la Germania pericolosamente verso la maggiore integrazione con Olanda, Austria, Belgio e Finlandia, a scapito degli altri Paesi ritenuti più deboli tra cui anche l’Italia, con ciò ricreando un novello Quarto Reich. Gli Stati membri successivamente richiedenti l’adesione sarebbero infatti annessi al blocco, di sicuro non integrati. E questo la dice lunga su quanto si sia lontani dall’Europa che vogliamo: l’Unione politica democratica.

Nel documento “Reforming fiscal governance in the european Union” formulato dal Fondo monetario internazionale è stata prospettata in sordina una riforma dell’Unione monetaria europea nel senso della creazione, attraverso corpose modifiche dell’attuale sistema, di una politica fiscale comune diretta a favorire la crescita ed a bloccare le nefaste politiche di austerità. Gli Stati Uniti hanno un interesse notevole a che l’Europa si saldi sull’Unione politica, si ricordi la frase pronunciata da Obama: “Europe is America’s closet partner”. La necessità dell’Unione politica democratica è oggi il perno su cui gli Stati Uniti hanno interesse a poggiare per collocarsi nel nuovo ordine mondiale.

Ma oggi l’Europa non è vista quale entità unitaria, quanto piuttosto come l’insieme di molte capitali nazionali che hanno imposto a se stesse la crisi capeggiate dalla Germania europea, e in lite tra loro. L’Italia in questo frangente non ha nessun interesse a mantenere alcun tipo di sanzione verso la Russia, né ha alcun interesse a subire i contraccolpi delle inevitabili crisi future in Europa. Il nostro Paese, animandosi e spendendosi in favore e da tramite per l’accordo Russia/Stati Uniti, potrà fare valere i propri punti di vista, quali possono essere nell’immediato l’immigrazione incontrastata e fuori controllo e molti altri temi che le sono stati scippati in Europa, penso a quanto dato alla Grecia piuttosto che alle politiche economiche a proprio favore in tema di etichettatura del Made in. Non solo, il nostro Paese, ponendosi quale ago nella bilancia della contrattazione tra i due colossi mondiali, può riprendere le fila della situazione in Libia disastrosamente creata dalla Germania di Merkel e dalla Francia di Hollande con l’aiuto e l’autorizzazione della Clinton per gli Stati Uniti, e l’accordo di Napolitano per l’Italia. Abbiamo interesse a valere anche per affrontare la soluzione del gas russo, che fino a quando ciascun singolo Paese agirà soltanto per sé in Europa o solamente quando è strettamente coinvolto - si veda la questione degli immigrati - l’Europa rimarrà a mostrare al mondo di non esistere, che gli interessi di un Paese non sono necessariamente quelli di tutti.

L’Italia può essere il mezzo per consentire all’Europa modificata di divenire da mezza potenza a soggetto politico con valenza politica, economica e sociale nel mondo globale.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:21