Il privato vince sul pubblico

Adesso che l’inchiesta di Ischia e delle coop della sinistra, coinvolge Massimo D'Alema il quale si schianta contro il pm Woodcock giudice perennemente in cerca di notorietà, D’Alema dice "diffusione intercettazioni scandalosa e offensiva", precisamente che "la diffusione di notizie e intercettazioni che non hanno alcuna attinenza con le vicende giudiziarie di cui si occupa la procura di Napoli è scandalosa e offensiva". Ma dov’era Massimo D’Alema quando si macellava, a cura dei pm ghigliottinari d’assalto di Mani pulite quali Di Pietro, De Pasquale, Ghitti, Colombo, D’Ambrosio, Bocassini eccetera, tutta un’intera parte di politica, precisamente non di sinistra e rigorosamente di centro e di centro destra? L'ex premier Massimo D'Alema se la godeva e pontificava, certo di non venirne intaccato perché i magistrati di Tangentopoli indagarono e misero in galera per fare “cantare” nella direzione voluta solo quelli di una parte politica, non quelli di appartenenza alla “parte” politica di D’Alema, cioè i politici di sinistra. Questi rimasero “intatti”, la macchina giudiziaria da guerra di Tangentopoli non indagò contro la sinistra politica che oggi, guarda caso, è illegittimamente al governo, che ha rubato. C’è voluto infatti lo sterminio pubblico e privato dei politici non di sinistra ma di centro e di centro destra, di tutti i politici cioè diversi dall’allora partito comunista italiano, poi Ds e oggi Partito democratico (democratico per ridere), per fare spazio e posto a questi sinistrorsi ladri e imbroglioni al potere. Questo legame tra la Coop rossa emiliana CPL Concordia (il cui ex presidente è Roberto Casari e il responsabile delle relazioni istituzionali Francesco Simone arrestati insieme al sindaco Pd Giuseppe Ferrandino) e i “democratici” di sinistra, confermato anche dai soldi versati alla Fondazione Italianieuropei dello stesso D'Alema, è solo la punta dell’iceberg di un malaffare che, da molto tempo, fa da sponsor economico ai partiti politici di sinistra. Non solo CPL Concordia che ha anche comprato i vini prodotti dal presidente della Fondazione D’Alema ma chissà quante altre cooperative facenti capo e riferimento alla sinistra politica si sono contese e contendono i favori di D’Alema, pronte a sborsare per profittare. Anche i libri di D’Alema sono stati acquistati per una manifestazione elettorale dedicata ai temi europei, alla quale era presente, invitato, il sindaco di Ischia, allora candidato del Pd. Chi di spada ferisce, di spada perisce. E non c’è certo paragone o “parità” con la galera a fini estorsivi operata negli anni novanta verso chi, politico di parte contraria, è stato addirittura fatto fuori, morto, infangato. Si tratta solo di un'indagine che mette in luce il giro di corruzione esistente tra la politica di sinistra e l’impresa di sinistra e i legami delle istituzioni permeate di sinistra con i clan della camorra e della delinquenza comune. La Coop pagava persino la fondazione di D'Alema Italianieuropei, con da ultimo ben 60 milioni di euro. Le entrature politiche nel mondo della sinistra da parte delle coop emiliane e altre sono di rilievo. 
Se un rolex al figlio di Lupi, costringe alle dimissioni chissà cosa spetta a questo Pd che traffica al solo fine di lucrare per sé contro gli italiani. Ecco infatti che con Mafia Capitale, con Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, risulta evidente lo snaturamento delle coop rosse, che è in realtà un vero e proprio sistema trasversale con cui la sinistra si spartisce i soldi sul traffico degli immigrati alle spalle degli italiani. Come ha riferito Buzzi “Il traffico di droga rende meno”. E’ il filo rosso delle inchieste, da quelle nascoste ai tempi di Tangentopoli da cui è stato fatto emergere solo o quasi Primo Greganti a Filippo Penati e, più di recente, passando per l’ex sindaco pd di Venezia Giorgio Orsoni, fino al sindaco pd Marino e al pd di Mafia Capitale. Il pd non lavora per i cittadini ma per se stesso, non rappresenta la società ma solo i suoi eletti (con voto pagato ai rom), “coperti”, insieme a Renzi, dalla campagna acquisti ed immissione nella amministrazione politica della magistratura targata pd. Un partito, quello della sinistra pd, che lavora unicamente per sé, per i propri eletti, per gli amici e i parenti, “coperto” oggi dai giudici amici arruolati a mo’ di scudi umani, a protezione. Cos’è infatti l’ex magistrato Raffaele Cantone all’anti corruzione? E Alfonso Sabella oggi magistrato-assessore romano alla giunta di centro sinistra per la legalità e la “ moralità”? E l’ex procuratore capo Giuseppe Quattrocchi, alla legalità di Firenze? O, ancora, Nicola Gratteri che presiede oggi la commissione del governo imbroglio Renzi per la riscrittura delle leggi antimafia? E c’è poi anche Francesco Greco che, cavalcando le epoche, da Tangentopoli ad oggi, sarebbe dovuto di recente entrare all’agenzia delle entrate al posto di Befera ma, messo in stand by, è attualmente tra i papabili alle infrastrutture “liberate” da Lupi.

Ed ecco ancora e sempre la struttura delle coop che “alimenta” la ragnatela di sinistra politica/impresa/istituzioni, quella delle coop rosse legate al duo Buzzi/Carminati di Mafia Capitale che parte da Legacoop, la lega delle cooperative rosse capitanata da Mauro Lusetti coadiuvato dal direttore generale Aldo Soldi. La Legacoop controlla il gruppo assicurativo Unipolsai. L’attuale ministro del lavoro di Renzi Poletti, ad esempio, presiedeva fino a qualche tempo fa Coopfond s.p.a. che gestisce il fondo mutualistico delle cooperative rosse, controllata al cento per cento da Legacoop. La Coopfond di Poletti fino all’altro ieri è stata guidata proprio da Salvatore Buzzi di Mafia capitale e, disponendo di partecipazioni per 251 milioni di euro e gestendo un fondo di riserva da 412 milioni, ha fantasticato circa “soluzioni” relative alla possibilità di emettere miniobbligazioni. La Coopfond ha partecipazioni in società quali la Cooperfactor, società di factoring di Legacoop, la Cooperfidi Italia che ha in sé cooperative anche bianche, e la Cooperare s.p.a. dotata finanziariamente di 270 milioni circa di euro e di investimenti in nove società cooperative per 303 milioni di euro. La Cooperare s.p.a. ha una quota di Finsoe con cui controlla Unipol assicurazioni, investe nelle concessioni autostradali, nelle energie rinnovabili, e in colossi di cooperazione rossa quali Manutencoop e Cmc di Ravenna. Nell’azionariato di Cooperare s.p.a. ci sono la Coopfond, Ccfs un consorzio finanziario che opera come banca del sistema, cinque finanziarie territoriali di sistema delle coop rosse e tutti gli azionisti di Cooperare hanno un patrimonio netto aggregato di 700 milioni di euro. Si tratta di un sistema finanziario riconducibile allo spazio territoriale di sinistra che si colloca sull’asse tra Bologna e Reggio Emilia, e riconducibile precisamente alle persone quali l’attuale ministro Poletti così come a Delrio ex sindaco di Reggio Emilia oggi sottosegretario al governo di Renzi. La cosa migliore che può fare lo Stato oggi sarebbe quella di aiutare a convertire il pubblico e le attività pubbliche nel privato, aiutare il pubblico ad esistere sul mercato, che è quello di chi lavora, non di chi aspetta l’obolo a fine mese. La revisione della cosa pubblica deve cominciare dalla politica dove oggi, come insegna la sinistra i politica, è tutto un magna magna a ridosso degli italiani arcistufi di dovere pagare di tasca propria soggetti che non rappresentano nessuno e che speculano e lucrano. La dimostrazione che la via da intraprendere sia quella verso il privato è data, mutatis mutandis, dal caso delle cronache attuali relativo ad Uber.

I mezzi pubblici scioperano a Milano? Ecco il vettore privato Uber che arriva offrendo il servizio di noleggio auto con conducente. Proprio in questo momento infatti Uber sta regalando corse gratis ai nuovi utenti muniti di biglietto o abbonamento dell’autobus. Si grida al fatto che sia un’azione di marketing che approfitta e “specula” sulla protesta. Uber lavora e vuole conquistare, così facendo, e a ragione, fette di mercato. Fa bene e “vincerà”, così come dappertutto “vincerà” il mercato, il lavoro vero contro quello controllato e assistenziale dello Stato, e vincerà in ogni attività. E’ questa la direzione corretta su cui procedere e da percorrere. L’iniziativa di Uber è sacrosanta e in linea con criteri sani di mercato vero. Renzi con il suo governo non eletto, di illegittimi al potere, esaspera tale conflitto invece di risolverlo accompagnando verso la privatizzazione dei servizi. E’ necessario aiutare ciò che è pubblico in Italia ad entrare nel mercato globale.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:20