L’Italia colpita e affondata

L’economia reale italiana va male. Governi illegittimi inneggiano a “riforme” che non servono e sono anche peggiorative di ciò che c’era già. Si veda il Jobs act. La produzione tutta in Italia segna dati negativi, in ulteriore decrescita. A cosa servono le assunzioni a tempo indeterminato se nessuno assumerà? Se la produzione industriale scende sempre più, chi e a che scopo assumerà chi? I finanziamenti alle imprese sono costantemente in calo, la liquidità messa a disposizione dalla Banca centrale europea stenta ad arrivare, da dove pensano vengano gli occupati Renzi & company? Dalla luna? Dalle parole imbroglio? Questo governo illegittimo di sinistra, imbroglio fatto alla democrazia italiana, ha messo regole che, inesistenti in alcun altro Paese d’Europa, sono impostate sul presupposto che le imprese italiane - produttrici, commerciali o di servizi - siano evasori. Il parolaio Renzi dice di stare dalla parte delle imprese e della produzione italiana, ma con le sue regolette di chi mai ha lavorato e prodotto alcunché, affossa le imprese, la produzione e l’occupazione tutta.

Oggi si sarebbe dovuta avviare una politica industriale coordinata tra banche, imprese produttive, commerciali e di servizi, in modo tale da porre in essere una strategia reale e sostenibile atta a fare ripartire i consumi italiani, quindi la produzione in Italia, e conseguentemente a fare diminuire la disoccupazione. Sarebbe stato utile poterlo fare in questo momento in cui il calo del prezzo del petrolio, il cambio euro/dollaro e gli acquisti dei titoli di Stato da parte di Bce e Banca d’Italia, mettono in atto una congiuntura vantaggiosa a noi favorevole, invece tale stato sembrerà la firma malvagia di un “successo” che tale non è, essendoci unicamente l’imbroglio di un terzo governo illegittimo, dopo Monti e Letta, nocivo per impostazione e incapacità.

È tutto sbagliato. Si guardi alla “riforma” del Senato con cui si toglie agli italiani la possibilità di eleggere i propri senatori, dando maggiori poteri alle Regioni, notori pozzi senza fondo creatori di debito pubblico a non finire. Il numero dei senatori da pagare a spese degli italiani rimane lo stesso e, danno oltre la beffa, è sottratto loro il diritto di decidere consegnandolo a chi si voleva eliminare: le Regioni. Il centrodestra pare adesso abbia capito la truffa di Renzi sul Senato alle Regioni, e dovrà impegnarsi a fondo per far sì che non “passi” contro l’interesse di qualsivoglia italiano.

Si deve sì cambiare e riformare l’Italia, ma non in peggio, e non attraverso furti con destrezza a ripetizione da parte di governi-imbroglio di sinistra, non eletti e contrari e in violazione a ogni regola democratica. Si torni presto al voto. È un esercizio inutile quello del centrodestra del rivangare errori e perdite di elettorato, oggi si deve rinverdire in fretta il simbolo dello schieramento, un simbolo che ha quale presidente Berlusconi e come possibili “amministratori delegati” Brunetta e Fitto, in un passaggio di testimone da passato a futuro atto a consentire di correre ad elezioni, nell’interesse e per il bene del Paese tutto. Gli italiani hanno bisogno di essere governati e di esserlo in base a governi, Parlamenti e regole legittime. I governi Monti, Letta e Renzi imposti da Napolitano sono stati e sono totalmente illegittimi e creano danni, come si è visto a iosa, a cominciare da quello della violazione della democrazia e del nostro sistema democratico.

Inclinando dalla parte di Salvini, l’elettorato di centrodestra potrà alleggerirsi in un sol colpo anche della pesante, inutile zavorra di Alfano e degli altri nominati conniventi con lo scempio democratico. Non si fanno riforme con governi illegittimi. Non si sta dentro governi illegittimi. E oggi è più che mai necessario ricondurre il Paese fuori dalla “democratura” e ricondurlo dentro la democrazia, che significa Parlamenti e governi democraticamente eletti, legittimi. Mattarella, che dovrebbe essere a conoscenza dell’anomalia, non sembra intenzionato a correggerla, forse la dimenticanza è la contropartita alla sua stessa nomina.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 18:44