Lo Jobs act renziano: dalla precarietà al nero

Tanto per cominciare, tutto il lavoro diventa a tempo indeterminato e a tutele crescenti, questa cioè diventa la modalità standard del contratto di lavoro, il ché nei fatti vuole dire che, prima di assumere, ci si penserà così tanto da preferire farne a meno, di assumere. Rimangono sostanzialmente invariati i contratti precari, la sbandierata rottamazione del co.co.co. è infatti avvenuta da anni, mentre i co.co.pro. di fatto restano. Ci teniamo la stragrande maggioranza di tutte le forme di precariato, la precarietà aumenta, non diminuisce ed esonderà nel nero.

Il governo illegittimo e non eletto di Matteo Renzi ha detto pomposamente che da questa “riforma” deriverà un aumento del Prodotto interno lordo, aumento che tuttavia rimarrà nelle loro teste dato che, numeri alla mano, il Jobs act produrrà, forse, soli 2,3 miliardi aggiuntivi al 2020, un nulla per dare slancio ad un’Italia, da qui al 2020 morta e sepolta, stante l’annetto 2014/2015 di Renzi al governo a fare danni.

Renzuccio bello omette di informarci che nel Jobs act c’è l’incognita gigantesca dei duecentomila collaboratori a progetto sugli oltre cinquecentomila totali, per i quali prevede l’assunzione a tempo indeterminato. Per i trecentomila, infatti, si andrà avanti con i co.co.pro. che il governo burla dice di cancellare (come le province), e i rimanenti duecentomila? Con la cancellazione dei contratti di collaborazione a progetto, in questo momento in cui è necessario dinamicizzare il mercato italiano del lavoro, è come darci la zappata definitiva sui piedi.

I co.co.pro. costituiscono oggi una quota rilevante in termini occupazionali e le duecentomila assunzioni ipotizzate a tempo indeterminato sono immaginifiche. Non solo, l’eliminazione darà luogo all’opposto, al verificarsi di ciò che davvero si teme e succederà, e cioè porterà molti a utilizzare le Partite Iva false, per non parlare del contenzioso che si avrà relativamente alle trasformazioni.

C’è poi il disastro vero e proprio dei numeri delle stabilizzazioni ove si prevedono con il nuovo contratto le tutele crescenti, che andranno a distruggere il minimo Pil aggiuntivo che Pier Carlo Padoan colpevolmente amplifica. E non è finita qui, le associazioni in partecipazione che sono nella lista dei rapporti di lavoro aboliti non produrranno nuove assunzioni. Come se non bastasse, si prevede un’ulteriore stretta per le Partite Iva, ulteriore rispetto a quanto già strette dalla riforma Fornero piagnens. Ci sarà un forte ritorno al nero, ovvero si passerà dal precariato al nero.

Utile infine sapere che il testo è stato presentato senza recepimento di alcuna delle raccomandazioni dei pareri delle commissioni parlamentari, dato che di fatto Renzi ha trasferito la funzione legislativa a se stesso, al governo illegittimo, ignorando e bypassando il Parlamento e fregandosene di deputati e senatori. Fa piacere vedere che la sinistra politica implode e perisce come si è imposta, antidemocraticamente: al governo non eletto e rubato, al Parlamento illegittimo ora ignorato, come si dice, chi di spada ferisce di spada perisce.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:30