Continuano i temporali nel cielo delle popolari

Nelle attività di verifica sull’operato delle banche popolari e dei loro dirigenti c’è nelle ultime settimane un gran lavoro, dopo le indagini su Ubi che coinvolgono anche il Presidente di Intesa Giovanni Bazoli, dopo il commissariamento di Etruria (divenuta famosa per il vice presidente Boschi padre della Ministra delle riforme costituzionali) quasi fosse una colpa, oggi siamo all’ispezione della Guardia di Finanza in Veneto Banca la popolare che insieme a tante altre ha passato i recenti stress test della Bce. Le accuse che formulano i sostituti procuratori di Roma Nello Rossi e Francesca Loy sono di ostacolo alla vigilanza della Banca d’Italia e presunti prestiti fatti ai soci fuori dai parametri normali.

L’accusa viene mossa anche al DG Vincenzo Consoli e all’ex presidente Flavio Trinca. Cento finanzieri stanno passando al setaccio le carte per trovare riscontro alle accuse. Tutta questa attività sulle banche popolari oggetto di una proposta di riforma del Governo che per decreto, mai successo prima, vuole trasformare il settore modificando in Spa da Cooperative le popolari, uscire dal voto del singolo cioè non in base alle azioni possedute ma una testa e un voto e giungere alla quotazione con la trasformazione del diritto di voto proporzionandolo al peso azionario.

Nulla di strano, anche la Bce sta spingendo in questo senso ma come molti attenti osservatori ed esperti sottolineano troppa fretta e soprattutto troppa poca attenzione alle esigenze di mercato che nel caso dell’Italia è fatto di piccole e medie imprese che trovano nelle popolari come nelle BCC quell’attenzione che a volte altri istituti non offrono, inoltre ci sono in un libero mercato globalizzato e gli appetiti di fondi speculativi, soprattutto esteri o di altre banche soprattutto estere potrebbero trovare terreno fertile non più difendibile nel sistema delle popolari quotate.

Una maggiore concertazione sull’applicazione del decreto crediamo sia d’obbligo, le commissioni finanze di Camera e Senato faranno il loro lavoro e sapranno mediare trovando un’applicazione delle norme, ancora tutte da scrivere, con adeguata moderazione senza creare traumi né alle banche né soprattutto alle famiglie e pmi che hanno bisogno di maggiore credito e non di veder deprezzare i loro risparmi, spesso messi nelle azioni delle popolari, banche che se sottoposte a cambiamenti traumatici vedrebbero abbassare notevolmente il valore delle azioni e quindi dei risparmi degli azionisti.

Indagini ed ispezioni che non solo devono essere fatte ma devono soprattutto trovare riscontro rapidamente per riportare onore e credibilità ad istituti e manager, professionisti che hanno nella maggior parte dei casi, contribuito in maniera determinante a far crescere le banche insieme al territorio fatto di imprese e famiglie, da sempre oggetto del credito erogato.

Come dichiara il presidente Francesco Favotto di Veneto Banca: “Veneto Banca ripone piena fiducia nell’operato della Magistratura e della Guardia di Finanza. Veneto Banca garantisce la massima disponibilità a collaborare con le autorità, nelle modalità che riterranno più opportune”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:30