La proposta indecente   della Grecia alla Ue

Rinegoziare il debito non vuole dire non pagare il debito. Per risolvere il problema del debito la Grecia di Tsipras ha proposto un’operazione di finanza creativa al limite del ladrocinio.

I greci hanno proposto in pratica di fare un doppio scambio, cioè un primo tipo di titoli resterebbe indicizzato alla crescita economica greca (che non esiste) e andrebbe a sostituire i finanziamenti erogati dall’Unione europea, una seconda tranche avrebbe la forma di obbligazioni perpetue e rimpiazzerebbe i prestiti fatti dalla Bce, che in sostanza non verrebbero mai restituiti. In pratica la Grecia sta chiedendo di non rimborsare con calma e senza spingere i suoi debiti, perché lo farebbe solo ove mai abbia i soldi (che non avrà). Quelli che le sono stati fin qui dati dalla Bce di sicuro non li si vedrà mai tornare indietro e ci sarebbe solo l’impegno greco a pagarne gli interessi.

In più, subito subito, la Grecia di Tsipras ha chiesto che, anziché estendere il salvataggio secondo le procedure sino qui adottate dalla Unione, dalla Bce e dal Fmi, sia finanziata tra marzo e maggio 2015 con l’emissione di titoli del Tesoro a breve termine per ulteriori 10 miliardi, alzando così a 25 miliardi il limite attuale dei 15 miliardi di euro sulle emissioni a breve. Renzi ha trovato i suoi degni “compari” in Tsipras e Co. Dunque, riassumendo, l’atteso “programma” della Grecia era di non pagare, punto. O di pagare il meno possibile quando si sarebbero avuti i soldi che non si avranno, e con i creditori muti, a non svalutare i bilanci nazionali per evitare l’emersione visibile delle perdite difficilmente giustificabili verso gli elettori. L’Italia, con questo “programma” ci rimetterebbe 40 miliardi secchi, quelli prestati cioè alla Grecia tramite l’Europa. Il “buco” in compenso non verrebbe mai fuori perché ci penserebbe Renzuccio bello che, con parole e annunci bugiardi, come al solito coprirebbe, come da sempre, i fatti veri. Le pseudo, ridicole “riforme” docent.

La Germania non ha capito niente in Europa con l’austerità, ma il programma greco è irricevibile non solo per lei ma anche per noi, l’Italia, e per la Spagna, l’Irlanda e il Portogallo che hanno sinora onorato tutti gli impegni. Mentre i mercati, alla prospettiva di un accordo sul debito, si sono entusiasmati, le reazioni della Bce sono state razionali e rigorose. La Bce ha infatti ieri stesso sospeso la deroga ai requisiti minimi di eleggibilità dei titoli emessi dalla Grecia. Tale deroga consentiva alle banche greche di prelevare liquidità dalla Bce fornendo a garanzia titoli di Stato nonostante la Grecia non avesse più un rating al livello d’investimento, ma speculativo. “Non è possibile presumere una positiva conclusione del programma di assistenza europeo, in scadenza a fine mese”, ha detto la Bce. Una doccia gelata per Tsipras e il ministro delle finanze, Varoufakis.

Le banche greche non potranno più avere accesso alle aste di finanziamento della Bce, restando comunque in funzione l’emergency liquidity assistance che è lo strumento di emergenza fornito dalla Bce attraverso la banca centrale greca e riservato alle banche che hanno gravi problemi di liquidità. In assenza di un accordo con l’Unione, la Grecia non potrà neanche beneficiare del Quantitative easing, il piano di acquisto di titoli di Stato che scatterà da marzo 2015. L’euro alla notizia è sceso sotto 1,14 sul dollaro mentre la borsa di Atene è stata chiusa. Wall Street è scesa e ha chiuso con il calo dello 0,42 per cento.

La parola d’ordine è abbandonare l’austerità e le restrizioni in Europa e attuare una politica economica e monetaria espansiva – accertandosi che la liquidità arrivi davvero all’economia reale, non rimanga cioè alle banche – ma ricontrattare le regole in Europa non può volere dire pagare per la Grecia, né nessun Paese membro lo vuole o può farlo. Dall’Italia, ha spiegato il greco Voaroufakis, “cerchiamo segnali di un approccio più razionale nell’ambito dell’Eurozona”, quella italiana “è un’economia seria e produttiva, dal punto di vista culturale, della manifattura, fate quasi tutto e quel che producete lo fate molto bene. Avete amministrato bene l’economia, avete raggiunto quasi un equilibrio di bilancio corrente, il vostro governo vi ha tenuto nei parametri di Maastricht e avete anche un surplus primario. Eppure, nonostante questo, avete un debito insostenibile.

Quando succede questo vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato nell’architettura dell’Eurozona. Se voi state così, allora la Grecia non ha chance. È ora di dire che non c’è una crisi greca, italiana o irlandese, ma una crisi sistemica che deve essere affrontata sistematicamente, cosa che l’Europa non ha fatto, ma solo finto di fare”. Come siamo bravi per la Grecia. Sembra che, grazie al nostro attuale governo, l’Italia sia essenzialmente beota.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:30