Oggi occhi rivolti verso Francoforte

E’ previsto che oggi Mario Draghi annunci ufficialmente l’inizio del programma “Quantitative Easing” (QE). Il QE (che abbiamo presentato in un nostro articolo del 18 marzo 2014, verificandone anche l’attuazione negli Usa, in Giappone e in Gran Bretagna), è una misura monetaria, di tipo non convenzionale, con cui si acquistano titoli pubblici emessi dai singoli stati nazionali dell’eurozona. In altri termini, la Banca Centrale Europea stamperà nuova moneta per comprare i titoli di Stato nazionali. In conseguenza, si immette, attraverso l’acquisto dei titoli di Stato, nuova liquidità sul circuito economico e così si rilancia l’economia, prevedendo un livello d’inflazione del 2%.

Il programma iniziale di acquisti di titoli pubblici sarà di 550 miliardi di euro, ma, per assicurare una maggiore efficacia, dovrebbe arrivare a 800 miliardi di euro ed anche più (1.000, secondo Nomisma). Il bilancio attuale della Bce di 2,200 miliardi dovrebbe così sfiorare i 3 mila miliardi, o, addirittura, superarli. Angela Merkel - lo si sa - non è favorevole; ha dei dubbi sull’opportunità di attuare il QE; ma neanche non vi si oppone. Si limita ad affermare che la Bce “prende le sue decisioni in maniera autonoma”. Insiste, però, nel dire che gli Stati membri che si sono impegnati a fare le riforme, le facciano realmente, e dichiara che si eviti di dare “l’impressione che le cose in materia di bilancio e competitività vengano messe in secondo piano”.

Ma non tutti i tedeschi seguono questa linea di moderazione. In Germania, molta parte dell’opinione pubblica è contraria. Alcuni affermano, come il Frankfurter Allgemeine Zeitung, che sono misure incerte per assicurare il rilancio dell’economia. Altri - i più numerosi - sostengono che è un finanziamento camuffato dei bilanci in negativo di alcuni stati. In altri termini, in questo modo, si metterebbero in comune i debiti nell’area euro. Si oppongono, quindi, al rischio del debito sugli acquisti dei titoli pubblici. Per loro, questo rischio dovrebbe essere a carico (totale o, almeno, maggioritario) delle singole Banche Centrali Nazionali, e non dell’insieme dell’area euro. Si rammaricano, in conseguenza, che i due membri tedeschi del Consiglio Direttivo, non riescano a costituire, attorno a loro, una maggioranza all’interno della Bce.

In effetti, si hanno, sostanzialmente, due schieramenti: uno attorno alla linea Draghi a favore dell’attuazione del QE e l’altro attorno al Governatore della Banca Centrale Tedesca, che avanza difficoltà e perplessità, sia dettate da ragioni economiche (ad esempio, i tassi europei sono già molto bassi) che da motivi di politica interna. I mercati, però, non hanno dato credito alle perplessità tedesche, per cui il comparto obbligazionario gode di buona salute. Le decisioni saranno prese, oggi, nel Consiglio Direttivo della Bce. Ma la sua composizione è abbastanza articolata ed è opportuno soffermarci ad esaminarla. Esso è formato dai 6 membri del Comitato Esecutivo e dai 19 Governatori delle Banche Centrali Nazionali.

Con l’ingresso della Lituania nella zona euro (1° gennaio 2015) è stato modificato anche il sistema delle votazioni nel Consiglio Direttivo della Bce, introducendo il diritto di voto a rotazione, sul modello di quanto accade nella Federal Reserve Usa, dove i governatori delle banche locali hanno un diritto di voto a rotazione annuale. Nel Consiglio Direttivo della Bce, invece, la rotazione dei votanti cambia mensilmente, mentre il diritto di parola rimane permanente. I 19 Governatori sono divisi in due gruppi, secondo il peso economico del loro paese. Il primo gruppo è composto da 5 membri, ma esprime 4 voti (a turno, cioè, un governatore salta la votazione; a gennaio salterà la Spagna). Il secondo gruppo è composto da 14 membri, ma esprime 11 voti (a turno, cioè, 3 governatori saltano la votazione; a gennaio saltano la Grecia, l’Irlanda e l’Estonia). Per i 6 membri del Comitato Esecutivo, invece, il diritto di voto è permanente.

Dato che il risultato delle votazioni si acquisisce a maggioranza e non all’unanimità, si pensa che la linea di Draghi sarà approvata. Si prevede, tuttavia, che oggi Mario Draghi annunci il lancio del QE, con l’inizio dell’acquisto dei titoli pubblici, ma, data la varietà delle posizioni presenti nel Consiglio Direttivo, rinvierà, a dopo, sia la quantità dei miliardi da impiegare allo scopo, sia il problema della suddivisione dei rischi. Aspettiamo la Conferenza stampa delle ore dodici per conoscere quale sarà la strategia che la Bce avrà adottato per il rilancio dell’economia europea.

E’ importante sapere che la quantità di possibili acquisti dei titoli pubblici dei singoli stati dell’area euro è in funzione della partecipazione di ciascuna Banca Centrale Nazionale (Bcn) al capitale della Banca Centrale Europea (Bce), partecipazione calcolata in rapporto percentuale alla popolazione e al prodotto interno lordo. Queste le maggiori partecipazioni (al 1° gennaio 2015) :

Paese % al capitale Bce

Germania 17,99

Francia 14,17

Italia 12,31

Spagna 8,84

Paesi Bassi 4,00

Belgio 2,47

Grecia 2,03

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:27