New job: privacy  violation seeker

Non è uno di quei lavori che immediatamente vengono adornati con l'aggettivo “rispettabile”. Ma, con il tempo, anche il “privacy violation seeker”- questo il nome che ho scelto - potrebbe definire un proprio codice deontologico e, chissà, assumere una sua dignità. L'occupazione a cui mi riferisco non esiste, o meglio esiste senza che nessuno ancora lo sappia.

Il privacy violation seeker potrebbe diventare il lavoro del futuro. Di fronte alla morìa occupazionale e al crescente fanatismo verso la privacy, ho pensato che investire in tale figura potrebbe rappresentare una strategia di business vincente.

Analizziamo meglio di che cosa si tratta. Come dice il termine stesso, il privacy violation seeker è un “cercatore di violazioni della privacy”. Essendo un cacciatore, il professionista in questione individua gli ambiti e le situazioni in cui potrebbe potenzialmente essere leso il diritto alla riservatezza personale, individua una falla nel sistema di protezione dei dati e cerca di trarre un vantaggio economico da quello stesso punto debole. Facciamo un esempio. Probabilmente la donna canadese che qualche tempo fa ha ottenuto un risarcimento da Google perché ripresa in désabillé davanti a casa non era una “cercatrice di potenziali violazioni”. Può essere che la donna abbia chiesto e ricevuto denaro dal colosso americano in buona fede. Ma un cercatore di violazioni alla privacy, nella mia mente avrebbe agito allo stesso modo.

Era accaduto che la Google car aveva ripreso la donna mentre era seduta davanti al patio di casa: in quella posizione mostrava ignara il suo décolleté. I colleghi di lavoro, vedendo l'immagine in rete, avrebbero iniziato a fare commenti che avrebbero costretto la donna a lasciare il lavoro. La stessa aveva così deciso di denunciare Google, che si era difeso spiegando che le riprese erano state effettuate in una zona pubblica. In effetti la richiesta della donna mi è sembrata da paranoica della privacy e ho subito pensato che di casi di questo tipo ne esistono potenzialmente molti. Quindi, qualcuno potrebbe sfruttare il momento di particolare attenzione alla sfera privata per farne uno strumento di lotta alla disoccupazione. Sfruttando la paranoia e i vuoti normativi con creatività.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:21