Il Mipcom 2014,   sipario a Cannes

Si è appena chiuso a Cannes il Mipcom, il più importante mercato televisivo internazionale. E' stato il trentesimo anniversario dell’evento, nato nel 1984. Ogni anno, nel mese di ottobre, produttori, distributori e operatori del mercato televisivo mondiale si ritrovano a Cannes per quattro giorni di conferenze, proiezioni e incontri che si trasformano in accordi di produzioni internazionali che determineranno il corso della programmazione televisiva globale dei mesi successivi.

Cartoni animati, programmi per bambini, fiction, tv movie e format, tutto viene presentato, messo in vendita o proposto per nuovi accordi di produzione. Al centro degli interessi degli operatori televisivi, quest’anno sono stati i cosiddetti “Factual”, che crescono in maniera esponenziale sui canali televisivi di tutto il mondo. Cosa sono i programmi “Factual”? Il significato letterale è che sono programmi che rappresentano qualcosa di vero, basato su fatti che dimostrano che ciò che si vede è reale. I documentari sono l’esempio di questo tipo di programmi. Ma il campo si è allargato a dismisura in questo settore.

Nel solo campo naturalistico esistono differenze enormi. Dalle grandi produzioni milionarie della Bbc, le cosiddette “blue chips”, alle centinaia piccole serie di “one-man-show” che inondano i piccoli e grandi canali televisivi di tutto il mondo. Uomini a caccia, a pesca, contro alligatori, serpenti o addirittura tartarughe. Piccole e grandi produzioni, tutte riscuotono grandi interessi e, soprattutto, non hanno i limiti culturali e linguistici che caratterizzano la fiction televisiva. Un telefilm realizzato in India, la nazione che produce più fiction nel mondo, difficilmente interesserà il pubblico di qualsiasi altro paese, ma la storia vera di un cacciatore di frodo indiano che mette trappole nel bosco per sfamare la propria famiglia, in mezzo a tigri e coccodrilli, può diventare un successo di vendite in tutto il mondo.

Uno degli eventi più attesi di questo Mipcom è stata la conferenza del regista e produttore statunitense Morgan Spurlock, uno dei pionieri del “Factual” nel suo Paese, conosciuto soprattutto per il film-documentario “Super Size Me” (2004), nel quale dimostrava gli effetti devastanti sulla salute causati dal continuo consumo di pasti nella catena Mc Donald’s, mangiando per 30 giorni tre pasti al giorno in questo fast food. “Lasciatevi ispirare dal paesaggio intorno a voi”, ha esordito Spurlock davanti alle centinaia di operatori televisivi che affollavano la sala della sua conferenza. “Lasciate che la pochezza o la saturazione dei programmi diventino una luce splendente intorno a voi”. E ha raccontato come il suo maggiore successo è nato dalla rielaborazione di un programma molto famoso negli Stati Uniti nel 2000: “Chi vuol essere milionario”. Dopo averlo studiato per quattro settimane, Spurlock lanciò la sua serie “I bet you Will” (“Scommetto che lo farai”) sul web. La premessa di questa serie era che ci sono poche cose che la gente non farebbe per soldi. Ma non si parlava dei soliti milioni, ma solo di pochi, maledettissimi soldi.

E Spurlock e il suo cameraman camminavano sulle strade di New York fermando la gente alla quale offrivano soldi per fargli fare le cose più strane. E, sullo schermo della sala conferenze, parte la proiezione di un episodio della serie, nel quale un capellone sui vent’anni accetta duecento dollari per farsi riprendere mentre viene rasato a zero per strada, in mezzo alla folla che osserva, ridendo, la scena. Così con duecento dollari di spese di produzione, Spurlock realizza un episodio per la sua serie che, dopo una sola settimana di programmazione sul web, ottiene 5 milioni di spettatori. Pochi giorni dopo lo chiama la Cbs per mandare il programma in televisione. Due i messaggi dell’autore al pubblico degli esperti di televisione. Il primo è che la televisione è di per sé una fonte di ispirazione, un programma di successo può generare un altro programma di successo.

In altre parole, seguire l’onda. Il secondo è la massiccia democratizzazione del mondo della produzione, nel quale chiunque possegga una telecamera e un computer potrebbe fare un film. In molti, probabilmente, hanno già capito le grandi possibilità offerte dall’accesso ai mezzi tecnici a tutti, anche se molto pochi sono comunque capaci di approfittarne con successo. Ma la novità, in termini commerciali, sono i prezzi che hanno raggiunto i “Factual” di successo. Tra i vari generi, i tv movie sono da sempre i pezzi più costosi del mercato televisivo, rispetto ad altri generi come l’animazione, i format o i programmi per ragazzi. Quest’anno, al Mipcom, i “Factual” hanno raggiunto quotazioni vicine a quelle dei tv movie di maggior successo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:28