Renzi aumenta le tasse   e affonda lo Stato

Altre tasse in arrivo con il reddito minimo garantito a spese dello Stato, di noi contribuenti, nel jobs act. Si sarebbero dovute ridurre le tasse perché è arcinoto che se le imposte aumentano oltre un determinato limite, l’occupazione e i consumi crollano e l’economia si ferma (è la curva di Laffer), invece Renzi le aumenta, affossando lo Stato italiano, noi. “Il pastore che tosa le pecore rovinandone il vello ottiene meno lana di quello che si comporta con moderazione”.

E’ l’antica massima esemplificativa degli effetti negativi delle imposte con aliquote troppo elevate e che ha la sua drammatica conferma nel gettito delle imposte (cioè quanto ha intascato lo Stato) in Italia nei primi otto mesi del 2014, in confronto ai primi otto del 2013, che registra una flessione dello 0,4 per cento nonostante gli aumenti a raffica attuati dai governi Napolitano uno, due e tre, Monti, Letta e Renzi. Renzi urla e sbraita cose liberali di destra ma persegue e fa politiche veterocomuniste e stataliste, di concerto con il partito di sinistra e dei sindacati. Sono infatti sceneggiate ad arte le minacce, le avversioni, i contrasti e le dimissioni, rimangono tutti lì a lucrare sullo Stato italiano.

Il reddito minimo garantito a spese dello Stato, caro Berlusconi, cos’altro è se non il salario di disoccupazione? Nella realtà, se passerà il jobs act renziano, tutti quelli che avranno perso un posto di lavoro che si iscrivono nella lista dei disoccupati riceveranno un reddito minimo garantito a spese dello Stato, che vuol dire che i contribuenti pagheranno ancora più tasse per lo stipendio di disoccupazione di soggetti che staranno a casa a non fare alcunchè, invece di andare a cercare un lavoro e essere produttivi.

Altro che Thatcher, qui siamo a Lenin. Berlusconi sveglia! Una cosa era l’eliminazione della cassa integrazione straordinaria e, con quei soldi della cassa, finanziare un sistema, ben altra è addossare, come si vuole fare e si sta facendo, a noi tutti il bidone del jobs act che, rimandando a decreti legge e alla legge di stabilità, vedrà inserita altra spazzatura tributaria a carico nostro, a carico dei contribuenti italiani. Ecco perché il partito di sinistra e i sindacati hanno siglato l’inizio di accordo, perché è stato detto loro quello che si sarebbe fatto a loro favore. Il motto di Renzi è: “così li freghiamo tutti”.

Sì, gli italiani tutti e il Paese li sta fregando, ma anche se stesso. Il catalogo della tosatura dei contribuenti italiani è questo: 1.aumento dell'Iva del 3,8 per cento deliberata da Letta causa del crollo dei consumi; 2. aumento deliberato da Renzi della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 26 per cento causa del crollo delle attività delle imprese; 3. aumento di Renzi della Tasi in aggiunta agli altri aumenti di aliquote deliberati da Monti con l'Imu e con l'aumento della cedolare sulle rendite finanziarie, causa di bilanci in rosso, dei fallimenti e delle chiusure di attività; 4. operazione deliberata da Renzi degli 80 euro in busta paga ai redditi bassi con raffica dei rialzi di aliquote sui redditi piccoli e medi (ha dato per venire eletto e poi ha tolto con le tasse), causa delle crisi delle imprese e del sistema produttivo italiano. Tutte le operazioni sono state a somma negativa: stanno e stiamo tutti peggio.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:19