Bonifici dall'estero, non è mai troppo tardi

Non è mai troppo tardi per riparare agli errori, specie prima che abbiano i loro effetti.

Già lo scorso 17 febbraio, scrivevamo che la ritenuta automatica del 20% sui bonifici dall’estero, introdotta nell’agosto 2013 con la legge europea, era una misura fiscale vessatoria: invertendo ancora una volta in campo tributario l’onere della prova, rendeva tutti i contribuenti che avessero ricevuto un bonifico dall'estero evasori fino a prova contraria.

Nel febbraio scorso, un provvedimento dell’Agenzia delle entrate ne ha differito l’efficacia al primo luglio 2014.

Ufficialmente, il rinvio della decorrenza è stato motivato nel provvedimento dalle consuete “difficoltà applicative”. Secondo il ministero dell’economia, più che di rinvio si trattava invece di uno stop. Che l’allora ministro Saccomanni avesse in mente un vero e proprio dietro front lo si comprende chiaramente dalle conclusioni del comunicato stampa, dove viene consegnata al prossimo governo la valutazione di abrogare una norma che, aggiungiamo noi, si era rivelata fin dall’inizio non solo contraria allo Statuto del contribuente, ma anche, dal punto di vista erariale, inutile. Le attività finanziarie detenute all’estero sono infatti già sottoposte a prelievo e oggetto di dichiarazione, tanto che il provvedimento di rinvio dell’Agenzia delle entrate deve ammettere che lo slittamento della decorrenza non comporta perdite di gettito, trattandosi di redditi comunque soggetti agli obblighi dichiarativi del contribuente.

A cosa serviva, dunque, introdurre una misura punitiva per un’evasione presunta e generalizzata, rispetto alla quale spettava al contribuente dimostrare l’avvenuto adempimento degli oneri fiscali, se non a confermare l’impianto vessatorio del nostro sistema fiscale?

Il precedente governo pare essersene accorto in limine temporis, proprio come già accaduto a proposito della web tax, anch’essa introdotta, rinviata e poi abrogata.

Non è mai troppo tardi per riparare agli errori, specie prima che abbiano i loro effetti. Certo ci si attenderebbe dal legislatore che le conseguenze delle sue decisioni siano pensate prima, e non dopo, che le assuma. Ma se il nuovo governo vorrà dare seguito al suggerimento del precedente di abrogare la norma sulla ritenuta dei bonifici esteri in questi cinquanta giorni che ci separano dalla sua efficacia, sarà di sicuro il male minore, nella prospettiva di come si scrivono le leggi. E sarà anche un bene, per cominciare a riparare il logorato rapporto tra il fisco e i contribuenti italiani. 12 maggio 2014

Trarro da http://www.brunoleoni.it

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:26