Il Bitcoin ha le spalle larghe

Ho sentito parlare di Bitcoin per la prima volta nel 2013, all’inizio lo ignoravo, pensavo fosse d’interesse ai soli appassionati di tecnologia. Lo seguo sui mezzi d’informazione dove le notizie si concentrano soprattutto sui casi isolati di grandi ricchezze accumulate o perdute. Le ultime notizie pare che non siano incoraggianti per gli amanti di questa nuova tecnologia, oltre ad una serie di nomi illustri tra economisti e personaggi del web che non perdono occasione di twittare giudizi negativi, è arrivata anche la notizia di una morte sospetta, quella della ventottenne Autumn Radtke CEO di un fondo per la moneta digitale, ma la notizia peggiore di tutte è che a fine febbraio sono spariti circa mezzo miliardo di dollari, più del 6% dei Bitcoin in circolazione, dovuti alla chiusura di una delle più grandi piattaforme di scambio tra moneta virtuale e moneta reale, MtGox ,con dentro tutti i soldi virtuali e non degli utenti.

Una pubblicità così negativa non farebbe sopravvivere nessun nuovo sistema, né bancario, né assicurativo, né finanziario. Mettiamoci anche che molti pensano che sia una bolla, stile tulipani olandesi XVIII secolo, uno strumento finanziario ad alto rischio privo di garanzie e regolamenti, aggiungeteci che sta scomodo a banche, autorità, lobby finanziarie e tutti quelli che offrono servizi di pagamento e la frittata sembrerebbe pronta. Ebbene, nonostante tutte queste ostilità, il suo valore ormai da settimane, è stabile e ha praticamente retto la botta stabilizzandosi su tutti gli exchange mondiali sopra i 530 dollari.(vi consiglio per il valore e i volumi di guardare il sito Winkdex, il sito è dei gemelli Winklevoss, hanno vinto la causa contro Marck Zuckenberg quelli che si vedono nel film).

E se fosse veramente un passo della scienza informatica e non fosse solo uno strumento affascinante per “nerd” e traffici illeciti? Ma che cose è? E’ stato creato nel 2009 da una persona nota col nome di Satoshi Nakamoto. Un algoritmo complesso, permette ad una rete di computer collegati tra loro di generare Bitcoin fino ad un massimo prestabilito di 21 milioni, si pensi che ad oggi è stata prodotta poco più della metà. Il sistema è stato pensato in modo da rendere progressivamente sempre più difficile la sua generazione,lentamente si esauriranno, una volta raggiunto questo limite l’offerta (la base monetaria) del Bitcoin rimarrà costante in eterno. Nessuna banca centrale potrà quindi inondare il mercato con nuovi Bitcoin o svalutare quelli già esistenti. Frutto di 20 anni di ricerche sulla valute crittografiche, questa tecnologia è la risposta al problema informatico noto come “problema dei generali bizantini”. Il problema consiste nel trovare un modo per creare fiducia tra parti slegate tra loro all’interno di una rete poco affidabile come internet. Un utente ha quindi la possibilità di trasferire ad un altro utente una proprietà digitale, senza intermediari o broker, senza legami di fiducia e avere la certezza e la sicurezza della transazione. Si possono trasferire fondi su internet da A a B senza che A e B si conoscano, basta una mail o un sms. Ricordiamo che il Bitcoin è una tecnologia “pseudonima” non anonima, ogni transazione è tracciata e conservata in un archivio chiamato block chain, una sorta di libro mastro digitale, che tutti possono consultare ovviamente il difficile è risalire dallo pseudonimo alla persona reale, tuttavia questo problema non è meno difficile da risolvere di quelli legati ad altri metodi di riciclaggio.

Un punto a favore è che l’effetto generato da questa tecnologia coinvolge tutta la filiera industriale: consumatori che pagano con i Bitcoin, i commercianti che accettano i Bitcoin, i miners (cercatori di Bitcoin) che gestiscono i computer alla base di tutte le transazioni della rete fiduciaria, gli sviluppatori e gli imprenditori che realizzano nuovi prodotti e servizi basati sui Bitcoin. Questo è uno dei motivi per cui sempre più Autorità si stanno muovendo per riconoscere e regolamentare la moneta, è notizia fresca l’accettazione da parte del New York State’s Department of Financial Services. Uno che ci crede veramente è Marc Andreessen, informatico e imprenditore statunitense, che ha investito cinquanta milioni di dollari in imprese legate al Bitcoin. In un’intervista al NY times ha fatto delle ipotesi sugli usi futuri della moneta.

Il suo primo pensiero va ai negozi di prodotti online che vedono erosi i loro già bassi margini di profitto a causa delle commissioni dei metodi di pagamento, con la tecnologia Bitcoin, ricaverebbero dei vantaggi assoluti, in quanto come abbiamo detto, è una tecnologia che non ha bisogno di intermediari. Un altro mercato potenziale è quello delle rimesse internazionali. Ogni anno circa 400 miliardi di dollari, vengono inviati dalle persone che lavorano all’estero ai familiari pagando commissioni fino al 10 per cento, con il passaggio al Bitcon le commissioni sarebbero una frazione. Interessante è anche il caso dei micro pagamenti, per capirci quelli da un dollaro in giù, dal momento che oggi non sono sempre possibili a causa delle commissioni sui metodi dei pagamenti,col Bitcoin sarebbe diverso visto che sono divisibili all’infinito.

Nell’editoria porterebbe una rivoluzione, in quanto permetterebbe di monetizzare qualunque contenuto e invece di pagare un canone annuo potremmo comprare un singolo articolo, video, foto o pagare pochi centesimi per un’ora di uso. Sarebbe una svolta anche nel campo delle donazioni, qualunque persona, gruppo, società o movimento potrebbe chiedere tramite o un’immagine o un cartello (con su scritto il cod. del portafoglio digitale) piccole donazioni che con i grandi numeri farebbero fare la differenza. A oggi non si può ancora dire quale sarà il destino del Bitcoin, è sicuro che saranno anni di grande fermento, molti dicono che ricordi gli albori di internet quando le aspettative andavano dallo scetticismo totale all’euforia. Resta il fatto che è ancora grande la distanza tra quello che ne pensano i mezzi d’informazione o i singoli cittadini rispetto a un crescente numero di esperti.

Sicuro,ci saranno molte questioni regolamentari da affrontare, anche perché non avendo una patria, autorità e principali operatori del settore,dovranno obbligatoriamente collaborare tra loro così da rendere più difficili tutti i reati e i comportamenti scorretti. Infine, la possibilità di un Bitcoin di raggiungere una portata rilevante a livello macroeconomico, non dipenderà tanto dalla tecnologia quanto dall’utilità percepita del nuovo sistema rispetto a quello attuale, in particolare se favorirà la creazione di un sistema di pagamento più veloce sicuro e efficiente.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:25