Milioni a Berlusconi, spiccioli a De Benedetti

Fininvest “zucchero e cannella” per Silvio, Marina e Piersilvio Berlusconi. Espresso agrodolce per la famiglia De Benedetti, padre e figli. Pillole amare per l’amministratore delegato del gruppo Rcs, Pietro Scott Jovane, di nuovo sotto pressione per gli attacchi di Diego Della Valle a John Elkann, socio di maggioranza al 20,5%.

Tre milioni e mezzo in tasca al Cavaliere, fondatore del gruppo televisivo del Biscione, 6 milioni a Marina che è anche alla guida della Mondadori, tre milioni e mezzo a Piersilvio, vicepresidente della Fininvest. Dalla cassaforte di famiglia, in pratica, è arrivato un dividendo straordinario che mette tutti di buon umore. Un inizio di anno da 14 milioni; una cifra di tutto rispetto in tempi di crisi economica.

L’assegno staccato dai vertici di Arcore per i soci è di 96 milioni, per cui ci saranno euro contanti anche per Barbara, Eleonora, Luigi e i tre figli di Veronica Lario, con la quale è stato sancito il divorzio con l’appendice dell’assegno economico. Il segnale che i bilanci potessero consentire investimenti ragguardevoli era venuto dall’annuncio che le tivù Mediaset (il titolo è quotato in Borsa) si erano aggiudicate per circa 700 milioni di euro (poco meno di 250 all’anno) i diritti della Champions League per il triennio 2015-18, battendo Sky del miliardario Rupert Murdoch. Nell’esclusiva rientrano anche i match in differita, gli “highlights”, tutti i goal visibili la sera stessa, oltre alla diretta streaming degli incontri su tutti i dispositivi (fissi e mobili). Secondo gli analisti Mediaset si doveva rafforzare il segmento “pay”, che chiude in rosso. Lo ha fatto con un contenuto di grande visibilità internazionale, tenuto conto che Cologno Monzese dovrebbe essere aiutata da un partner straniero, quasi certamente Al Jazeera, interessata al calcio in vista dei mondiali 2022 in Qatar.

Per Carlo De Benedetti e figli un 2013 con un utile magro a causa della crisi dell’editoria. Il gruppo L’Espresso ha chiuso l’esercizio con un risultato positivo di 3,7 milioni di euro a fronte di un fatturato in flessione del 12,3 e sceso a 711,6 milioni. Bilancio deludente se si considera che il 2012 aveva chiuso con un più 21,8 milioni. C’è stato un tracollo della raccolta pubblicitaria nel settore della stampa del 19,5%, del 9 per cento nella radio e dello 0,9 nel web, che globalmente vale il 15,4% portando i ricavi pubblicitari a 403 milioni. Migliora invece il profilo patrimoniale, con un indebitamento finanziario netto in calo (da 108 milioni del 2012 a 73,5).

Di fronte a questa delicata congiuntura, il Consiglio di amministrazione ha deciso di non distribuire alcun dividendo nell’assemblea dei soci del 16 aprile e di destinare l’utile d’esercizio alla riserva. Passi prudenti per l’amministratore delegato, Monica Morandini, alle prese con la difficile trattativa sugli 80 esuberi con la redazione che attraverso due referendum prima ha bocciato il piano e poi lo ha rimesso al negoziato del nuovo Cdr.

Le prospettive del gruppo sono “fortemente dipendenti dall’evoluzione del mercato pubblicitario che registra segnali incerti. La raccolta per la radio sembra in ripresa. Quella sulla stampa rimane critica. In leggera flessione quella su Internet”. Le soddisfazioni per il gruppo arrivano dal web, dove Repubblica.it ha fatto registrare 1,4 milioni di utenti al giorno, confermandosi il primo sito di news italiane. Per il gruppo Rcs l’appuntamento è al prossimo scontro tra Della Valle e Elkann, azionista al 20,5%. Per l’imprenditore marchigiano, dopo l’uscita dal patto di Pesenti, la gestione dovrebbe passare a Umberto Cairo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:19