Il decreto, arsenico e vecchi merletti

Come giovani greggi pronte per la Pasqua, gli italiani assumono le notizie che arrivano dal Parlamento con insolita curiosità e rassegnazione. Aiutati poco da un’informazione dedita all’uso delle veline dei palazzi, scambiandole per fonti informative affidabili, giorno per giorno scopriamo mondi perfetti, costruiti da commentatori sempre più simili al Pangloss redivivo e sempre ottimista. L’ultima avventura in ordine di tempo è quella del decreto Imu-Bankitalia. Nonostante decine di richiami a non fare norme omnibus, ovvero pasticci e impicci nello scrivere leggi, il Parlamento mette insieme cose che insieme non stanno e fanno intravvedere puntualmente polpette avvelenate.

Due mesi fa viene approvato il decreto che dispiega subito i suoi effetti: tratta di Imu, ci spiegano. Ma per oscuri motivi all’Imu viene collegata una riforma della Banca d’Italia che da sola avrebbe dovuto coinvolgere un intero Paese. In pochi articoli viene in effetti stabilito, con la scusa ormai trita che è l’Europa a volerlo, che la Banca centrale italiana diventi una Società per Azioni non troppo diversa da qualsiasi altra. Ora, che le banche debbano essere imprese comuni controllate da una entità indipendente superiore, nessuno lo mette in dubbio. Che però questo ente superiore sia una Banca centrale ridotta al rango di banca ordinaria fa impressione. Il Parlamento ci regala questa orribile sensazione di volere creare un socialismo bancario dove il carattere di impresa bancaria venga derubricato a ministero bancario a spese nostre.

Grazie alla maestria del Governo e soprattutto del ministro Saccomanni, ex governatore, e con evidenza vero socialista d’élite finanziaria, la Banca d’Italia viene prima obbligata ad un aumento di capitale che sarà sostenuto quasi esclusivamente dallo Stato, poi portata ad avere partecipazioni azionarie al massimo del 3% per ognuno dei soci, e quindi avviata a diventare una specie di holding, temporanea si dice, degli stessi suoi azionisti. Insomma, per farla breve, Bankitalia sarà di proprietà di banche private che potranno disporre anche delle riserve valutarie d’oro, di 180 miliardi, oltre che dei poteri di ispezione e di autorità di garanzia su loro stesse. Socialismo bancario di alto bordo. Senza nemmeno la scusa di elevare le masse all’uguaglianza sostanziale.

L’obiettivo è solo quello di distruggere l’Italia e creare una casta superiore di sequestratori dei nostri soldi. Un gravissimo pasticcio. I giornali titolano quasi tutti, con certa soddisfazione: non si paga l’Imu. Qualcuno aggiunge che i grillini, soliti esaltati, per poco non dànno la caccia alla presidente della Camera. In realtà l’unica manata che arriva a segno è quella di un deputato questore che, in presenza di una deputata dei Cinque Stelle, ritiene doveroso fermarla a mano aperta e con movimento rotatorio del busto. Altrove l’avrebbero chiamato sberla. In Parlamento, incidente. Da cosa è stata originata la rissa parlamentare con il “Va Pensiero” usato come canto da stadio?

Lo si scopre leggendo i reportage dei maggiori giornali, ma non i titoli. La presidente della Camera Boldrini, sapendo che il decreto sta per scadere, cancella un’ottantina di interventi e pone, motu proprio, il provvedimento in votazione. Niente dibattito e niente emendamenti. Ora ci vuole: l’avesse fatto il Parlamento dei berlusconiani, li avrebbero impalati per attentato alla virtù della giovane adolescente Italia ridotta al rango di zoccola di strada. Invece, la signora Boldrini viene ringraziata per avere creato una norma fino a ieri usata come minaccia per maggioranze riottose, ma mai applicata per l’evidente abnormità. Noi, che non siamo altro che osservatori, ci rendiamo improvvisamente conto che qualcosa non va. Non solo si vuole creare una super-aristocrazia, ma anziché fare riforme istituzionali, si impongono senza votazione alcuna.

Che l’opposizione grillina non sia adeguata al compito di difesa delle istituzioni e dell’orgoglio degli italiani, se possibile, peggiora la situazione. In un Paese che funzioni ci saremmo posti alcune domande: Perché associare l’Imu alla riforma sostanziale di Bankitalia? Che studi ci sono dietro questo provvedimento? La tattica prevede forse che con la determinazione di non voler pagare l’Imu si possa svendere (o comprare? ) le banche con un regalo altrimenti non comprensibile? Sta di fatto che il provvedimento è blindato. Il socialismo bancario si realizza in un suo nuovo disegno. Sembra la trama di Robocop senza robot. E chi se ne frega se era un B-movie. Non solo i grillini, in realtà, chiedono lo spacchettamento. Ma regolamenti e prassi alla mano, complice un’incapacità strutturale della maggioranza a gestire i lavori parlamentari, l’obiettivo della decadenza del decreto è cosa fatta.

La presidente Boldrini, tra un’indignazione per il dubbio che lei sia andata in Sudafrica con il consorte, un’altra per vilipendio alla sua sacra persona su Facebook, un’altra per violenze verbali al suo indirizzo, non può accettare nessun ritardo, e cancella la residua prerogativa dei deputati italiani: la parola. I grillini insorgono e con l’aulica capacità che distingue i parlamentari italiani da Bossi in poi, urlano zoccola e fascisti. Per il termine “zoccola” ci si arrabbia, per il “fascisti” no. Moltissime lamentele, mugugni e rassegnazione. Pochi fatti. I 5 stelle vengono esaltati dal loro scarso leader maximo come guerrieri. Pensano di picchettare le istituzioni. Ripassano a mente: ridurremo quest’aula sorda e grigia in un bivacco di nullafacenti indecisi.

Il Mec, Movimento Elettori e Consumatori, nuova formazione che pretende di rappresentare i consumatori come forza sociale e non come gente supina allo sconto dell’iper più vicino, prende carta e penna e scrive al Presidente della Repubblica. Chiede il rinvio della norma alle camere perché il decreto è composto di materie molto distanti tra loro, perché manca la copertura finanziaria e perché alla Camera è stata usata una procedura che non esiste nel diritto parlamentare ma che è stata solo evocata come possibilità in legislature precedenti. Non sappiamo cosa accadrà, ma sappiamo che abbiamo raccolto un centinaio di firme in pochi minuti, col passaparola. Se le istituzioni dovessero essere ancora in piedi, ci siamo rivolti a quella giusta e che in un moto di resipiscenza e vero amore per l’Italia, dovrebbe accogliere la nostra richiesta.

In tutto o in parte, ma dovrebbe farlo. In tutti i casi, quello del Mec è un segnale. Il popolo italiano esiste ed è stanco. Presto sarà molto affamato. Riteniamo che non ci sia più una forza politica innovativa. Vediamo molti campioni di esperienza nella gestione del micropotere e dell’abuso della posizione maggioritaria. Fa specie che a nessuno in realtà importi del grave danno arrecato all’Italia come Repubblica, democratica e pure fondata sul lavoro.

Questi signori non chiedono scusa con un salutare ukaze per aver fatto perdere 700 miliardi al Pil italiano. Al contrario, difendono le nuove automobili antimafia del Presidente Crocetta, la norma salva Mps, e arrivano a raccontare frottole su una norma che cancella ogni possibilità di avere un sistema bancario dotato di qualche contrappeso. È di tutta evidenza che la norma di riforma di Bankitalia è stata intruppata con l’Imu per fare la più rilevante riforma di quest’anno senza dirlo a nessuno, al limite e forse oltre l’illegalità.

Quello che abbiamo visto in questi giorni non è destra né sinistra, ma la serena arroganza del potere che, una volta, avrebbe provocato giorni di scioperi e mobilitazioni. Ora, in tutta onestà, è solo la faccia della conservazione con tutta la sua olimpica freddezza. E viene voglia di smontarla. Questa non è sinistra. Non è certo la sinistra libertaria. E nemmeno dialogante. Non è destra e non è certo liberale, con questa smania di demolire qualsiasi cosa ancora funzioni in Italia. Questo è potere senza contrappesi.

Con i manganelli dell’informazione e del potere usati senza alcun riguardo della legalità e delle istituzioni. A noi la protesta corretta, ferma e aperta. Solo per dire che ancora il pasticcio Bankitalia serve solo a demolire perfino la stessa idea di Italia e degli italiani. La reazione a questo punto è doverosa. Un’altra Italia deve affacciarsi. Con l’orgoglio che in Parlamento non si vede. Certo, i comunisti della finanza nessuno li avrebbe mai immaginati nel 1896, quando nacque il Partito Socialista.

(*) Presidente del Mec, Movimento Elettori Consumatori

Tratto da Notapolitica.it

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:27