Ocse: area Euro fuori dalla recessione

Il ritmo della ripresa nelle principali economie avanzate «è migliorato nel secondo trimestre e dovrebbe essere mantenuto ad un tasso simile nella seconda parte dell'anno». L'attività economica «si sta già espandendo'' in Nord America, Giappone e Regno Unito mentre l'area dell'euro nel suo insieme è fuori dalla recessione». A sostenerlo, nel suo rapporto, è l'Ocse evidenziando come sulla ripresa ancora debole pesino ancora incertezze. «Nonostante il miglioramento del trend di crescita nei paesi dell'Ocse sulla ripresa pesano rischi importanti». Pertanto, rileva l'organizzazione internazionale, «è necessario continuare a sostenere la domanda, anche attraverso politiche monetarie non convenzionali, al fine di minimizzare i rischi e attuare delle riforme per sostenere la crescita». Anche nel 2013 il pil dei principali tre paesi dell'area dell'euro (Germania, Francia e Italia) dovrebbe registrare una crescita dello 0,4% come nel 2012. Dopo il -0,8% nel primo e il +1,6% nel secondo, il pil dei tre principali paesi della zona euro dovrebbe registrare una crescita dell'1,3% e dell'1,4% rispettivamente nel terzo e nel quarto trimestre dell'anno. A trainare la crescita sarà soprattutto la Germania il cui pil dovrebbe crescere del 2,3% e del 2,4% nel terzo e nel quarto trimestre del 2013 (+0,7% nel 2013). In Francia il pil dovrebbe registrare una crescita dell'1,4% nel terzo trimestre e dell'1,6% nel quarto (+0,3% nel 2013). Dopo il -1% nel secondo trimestre dell'anno, il pil in Italia dovrebbe registrare un calo dello 0,4% nel terzo e dello 0,3% nel quarto trimestre del 2013. Per il 2013 l'organizzazione internazionale punta ad un pil in calo dell'1,8% contro il -2,4% del 2012. Tra i paesi del G7 l'Italia è l'unico ad avere un pil in calo nel 2013. Quest'anno, infatti, gli Stati Uniti dovrebbero registrare un pil in crescita dell'1,7% (+2,8% nel 2012), il Giappone dell'1,6% (+2% nel 2012), la Germania dello 0,7%, della Francia 0,3%, del Regno Unito dell'1,5% e del Canada del 2%. «La disoccupazione resta elevata in molte economie avanzate nonostante un certo miglioramento nel Regno Unito e in Giappone. Lunghi periodi di elevata disoccupazione possono portare a un suo aumento strutturale che resterà anche se la ripresa verrà confermata». L'occupazione debole, la crescita globale lenta e i persistenti squilibri globali, rileva l'Ocse, «sottolineano la necessità di politiche strutturali, in aggiunta a quelle a sostegno della domanda, per creare posti di lavoro, aumentare la crescita, rendere più bassa la pressione fiscale e ridurre in modo permanente gli squilibri esterni». In molti paesi avanzati ed emergenti «la crescita non dovrebbe tornare ad un livello pre-crisi e ciò riflette sia i cambiamenti strutturali successi sia le conseguenze della crisi stessa». «Alta disoccupazione e bassa crescita - conclude l'Ocse - sono suscettibili di aggiungere tensioni sociali nelle economie avanzate e in quelle emergenti».

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 18:15