Ilva, a rischio la continuità aziendale

Il sequestro deciso dai magistrati di Taranto mette a rischio la continuità aziendale" dell'Ilva. Lo segnala una nota emessa dopo il Cda di Riva Fire. In prima battuta "il provvedimento rischia di compromettere l'iter per l'approvazione del piano industriale 2013-2018 avviato da mesi, sia da Ilva che da Riva Fire". Il consiglio di Riva Fire, riunito a Milano in sessione straordinaria per esaminare le conseguenze dei provvedimenti di sequestro effettuati dalla magistratura di Taranto lo scorso 24 maggio, "ha espresso forte preoccupazione poiché il provvedimento rischia di compromettere l'iter per l'approvazione del piano industriale 2013-2018 avviato da mesi, sia da Ilva che da Riva Fire, e che, supportato da adeguati test di impairment di esperti indipendenti nonché da analisi di sostenibilità finanziaria effettuate da primari advisor, era ormai prossimo al termine". "Il perseguimento di tale iter avrebbe consentito sia il rispetto di tutti gli obblighi Aia sotto il profilo industriale e finanziario, sia l'approvazione del bilancio nei termini di legge in situazione di continuità aziendale", aggiunge il comunicato della società della famiglia Riva spiegando che "l'interruzione di tale processo causata dal sequestro può invece portare a una situazione fuori controllo, anche con possibili ripercussioni occupazionali per circa 20.000 dipendenti diretti in Italia e almeno altrettanti nel cosiddetto indotto".

Intanto la Corte di Cassazione ha confermato gli arresti domiciliari per Emilio e Nicola Riva, patron dell'Ilva, e per l'ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso. La prima sezione penale ha infatti respinto il ricorso presentato dalla difesa contro l'ordinanza del riesame del 23 ottobre scorso, che aveva detto no alla liberazione. Sull'Ilva il presidente del Consiglio Enrico Letta, nell'incontro oggi a pranzo con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, "è apparso molto preoccupato. Ma non ha detto che cosa intende fare il governo". E si è tenuto il vertice sull'Ilva al Ministero dello Sviluppo Economico. Oltre al titolare del Ministero di via Veneto, Flavio Zanonato, erano presenti il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, il governatore della Puglia Nichi Vendola, e il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano. Per l'azienda partecipano i vertici dimissionari: l'amministratore delegato, Enrico Bondi e il presidente Bruno Ferrante. Le parti sono state convocate da Zanonato dopo le dimissioni dei vertici dell'azienda, che hanno fatto seguito al maxi-sequestro di 8,1 miliardi di euro.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:25