Ilva: il procuratore dai garanti

La procura è disposta a vagliare le proposte dell’Ilva «purché vadano nella direzione di quello che c’è scritto nell’ordinanza del gip e affrontino in modo deciso il vero problema: l’abbattimento delle emissioni inquinanti». Questo il commento affidato alle agenzie di stampa dal procuratore capo di Taranto, Franco Sebastio, dopo l’incontro con due dei tre custodi giudiziali cui sono affidate le aree della fabbrica sotto sequestro dal 25 luglio scorso (Barbara Valenzano ed Emanuela Laterza, assente invece Claudio Lofrumento).

Sebastio ha informato i custodi che l’Ilva sta predisponendo e presenterà a breve il piano degli investimenti per ridurre l’inquinamento e migliorare l’impatto ambientale della fabbrica, annuncio, questo, fatto anche stamattina dal presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, ai sindacati. Il piano dovrebbe essere consegnato anche alla procura e al giudice per le indagini preliminari, Patrizia Todisco, che ha firmato l’ordinanza di sequestro, accompagnato da un’istanza con cui si chiede una revisione del provvedimento giudiziario che non prevede facoltà d’uso ma solo un’attività finalizzata al blocco delle emissioni nocive e alla messa in sicurezza.

Nell’incontro di ieri in Tribunale, nessuna decisione è stata quindi presa in merito a nuove misure sugli impianti proprio perché si attende il piano dell’Ilva. I custodi tuttavia avrebbero posto al procuratore il problema di Ferrante, che, secondo il loro punto di vista, non sarebbe compatibile nei due ruoli di presidente del consiglio d’amministrazione dell’azienda e di custode giudiziale per quanto riguarda «tutti gli aspetti amministrativi e contabili degli impianti sottoposti a sequestro» anche «sotto il profilo finanziario occorrente per gli interventi da realizzarsi ai fini delle eliminazioni delle emissioni inquinanti», nonché per le «scelte gestionali riguardanti il personale addetto alle aree in sequestro».

Tale funzione di Ferrante è stata individuata in un provvedimento della procura del 6 settembre a seguito della pronuncia del Tribunale del riesame del 28 agosto che ha reinserito Ferrante tra i custodi dopo che il gip - il 10 e 11 agosto scorsi - l’aveva prima rivisto nelle funzioni di custode e successivamente revocato per «incompatibilità». Intanto, proprio Ferrante, incontrando i sindacati, ha detto che «l’Ilva non può scendere sotto una determinata soglia di produzione, altrimenti lo stabilimento è messo a rischio, come la possibilità e la capacità di fare gli investimenti per l’ambientalizzazione della fabbrica che come gruppo vogliamo fare».

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 18:34