Confedilizia presenta il nuovo libro di Massimiliano Fuksas

Oggi, alle 18, la Sala Einaudi della sede romana della Confedilizia ospiterà la presentazione di È stato un caso, il nuovo libro di Massimiliano Fuksas, pubblicato da Mondadori. Un appuntamento che intreccia architettura, biografia e riflessione civile, restituendo il profilo di uno dei protagonisti più riconoscibili del panorama culturale contemporaneo. A dialogare con l’autore saranno Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, e Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia. La discussione sarà moderata da Umberto Berlenghini, autore e saggista, chiamato a guidare il confronto attorno a un’opera che si muove tra memoria personale e racconto di un’epoca.

Il volume si presenta così come un racconto non lineare, coerente con la traiettoria dell’autore: una narrazione fatta di attraversamenti, scelte inattese e incontri decisivi, in cui l’architettura diventa chiave di lettura del mondo e della propria esistenza. Un’occasione, quella di oggi, per rileggere Fuksas non solo come progettista, ma come testimone di una stagione culturale in cui lo spazio costruito coincideva con un’idea di libertà.

Fuksas ha interpretato l’architettura come un’esperienza di continua esplorazione. Un attraversamento del mondo privo di confini, capace di assorbire idee, relazioni e sguardi. Cresciuto tra Roma e l’Austria, all’interno di una famiglia di radici lituane ed ebraiche, apprende fin da giovane il senso del movimento, della trasformazione, del valicare le frontiere. Nella Roma degli incontri decisivi incrocia il cammino di Giorgio Caproni, poeta e maestro, con il quale costruisce un rapporto profondo. In adolescenza il suo orizzonte sembra orientarsi verso la pittura. Nella bottega di Giorgio De Chirico guarda, prova, si misura. Arriva a vendere i propri quadri per sostenersi. A deviare la rotta è però una scelta imposta: l’università. D’impulso, quasi per accidente, opta per Architettura. Londra segna la prima svolta. Nell’ambiente sperimentale di Archigram entra in contatto con un’idea di progetto lontana da ogni accademismo.

Intanto esplode il Sessantotto e Fuksas è protagonista. È negli scontri di Valle Giulia, accanto ai pastori di Pratobello contro l’esproprio. Da Londra a Copenaghen, dove collabora con Jørn Utzon, fino a Parigi, città in cui apre il suo studio e insegna all’École Spéciale dArchitecture secondo un principio netto: “per insegnare architettura bisogna insegnare se stessi”. La carriera decolla, ma il nomadismo rimane il suo tratto distintivo. Perché “solo chi rifiuta l’ancoraggio può davvero leggere il mondo”, si legge sul sito di Mondadori.

Autore di opere simbolo come la Nuvola allEur e il Peres Center for Peace di Giaffa, Fuksas ha trasformato l’incontro con l’altro in una visione etica. Per lui l’architettura non è mai sola forma. È spazio abitato, atto politico, legame umano. E, prima di tutto, esercizio di generosità.

(*) Massimiliano Fuksas, È stato un caso, Mondadori, 216 pagine, 19 euro

Aggiornato il 17 dicembre 2025 alle ore 11:48