Donne in Vespa (con una marcia in più)

E così un giorno l’elefante esce dalla stanza. E si va a fare un giro in Vespa. Un po’ come accaduto alla figlia di chi inventò quel manifesto negli anni ‘60. E quando ci sali, puoi “limitarti” a una vacanza romana o prenderti il mondo, alla velocità ideale per sbatterti il vento addosso (“Io vado lenta, ho lo sguardo curioso, per cui qualsiasi viaggio per me è il più bello”). Paola Scarsi ha optato (anche) per la seconda ipotesi. Ed è arrivata alla sua terza pubblicazione. Dopo La prima Vespa non si scorda mai, che ha raccolto storie, avventure e sentimenti di chi si è innamorato della immortale motoretta della Piaggio, e La Vespa non si scorda mai, che testimonia l’amore degli stranieri, tra cui il nipote di Bergoglio, Matias, che vive in Argentina ed è un collezionista di Vespe, gente che si è fatta dall’Indonesia a Roma sulle 2 ruote, norvegesi con problemi che vespeggiano ovunque, ecco Vespiste e motocicliste: donne con una marcia in più (Erga Edizioni).

“Ogni volta che presentavo i miei due libri nei Vespa Club − racconta − mi sentivo dire: ‘Ma perché non ne fai uno sulle donne?’. E allora ho pensato un po’ a come sono io, perché in realtà sono stata vespista per poco tempo e sono stata molto più motociclista. Lo sono tuttora e diciamo che sono più di 40 anni che guido diversi modelli di moto. Ho pensato a un libro che raccogliesse le storie i racconti di donne, vespiste e motocicliste. Ne ho parlato, avendolo conosciuto casualmente, con il presidente di Federmoto, Giovanni Copioli. L’idea gli è piaciuta e mi hanno concesso il patrocinio”.

E così tra contatti, conoscenze, amici degli amici e “alcune migliaia di miliardi di whatsapp, ho raccolto le testimonianze di 58 donne per 57 storie: due di queste, madre e figlia, le ho unite in un unico racconto”. Chi sono, allora, queste signore con una marcia in più? Viaggiatrici (“una è stata nelle Americhe 23 mesi, un’altra è tour leader ed è la quinta volta che va a Capo Nord dall’Italia, un’altra si è piazzata 2 volte alla Parigi-Dakar”), fotografe, meccaniche (“a cui hanno portato una moto da ricostruire in due sacchi della spazzatura”), un “medico del motomondiale”, titolari di aziende di abbigliamento, collezioniste di moto d’epoca tra le più importanti d’Europa, una pilota comandante di linea, campionesse di moto, presidenti di Vespa Club, ma anche presidenti di associazioni (“da Angeli in moto, i cui soci portano medicine e generi di prima necessità a chi ne ha bisogno, a Di.Di.Diversamente Disabili, che rimette in sella le persone con disabilità”) al segretario del Vespa Club d’Italia, “e ancora la presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio”.

Questo, dice Paola Scarsi, “è un libro che esprime felicità, quella che ogni protagonista prova e descrive nel guidare una due ruote”. Emergono “anche un grande desiderio di condivisione, il rammarico per il fatto che siano ancora poche le donne alla guida delle due ruote e l’auspicio comune che molte altre donne possano provare la stessa gioia, emozioni e passione che hanno vissuto le protagoniste del libro”.

Per l’autrice, fotografa e giornalista, esperta in tematiche sociali, il colpo di fulmine è arrivato dal mare. “Ero una giovane grafica alla Piaggio. Un giorno arriva un esploratore che aveva fatto il giro d’Italia con un gommone spinto da un motore idrojet, che era un motore della Piaggio che andava ad aria: non aveva elica e inquinava pochissimo. Diciamo che è nata una iniziale storia d’amore perché questo personaggio mi aveva affascinato, che si è poi trasformata in storia da avventura perché è nata l’opportunità di attraversare gli Stati Uniti in moto con due BMW, che ci avrebbe fornito la BMW stessa. A quel punto Io sono andata dal mio capo e gliel’ho detto e lui mi ha risposto: ‘Paola, un lavoro come questo lo trovi quando vuoi, un’occasione come questa non l’avrai mai più nella vita’. Avevo 23 anni e mezzo. E cosa ho fatto? Ho dato le dimissioni e dopo una settimana ero New York. Certo è stato il viaggio della vita. Poi ovviamente l’avventura è finita, e anche quella d’amore. Però sicuramente è stato il viaggio più importante nella mia vita”.

E a 68 anni, non c’è proprio verso di smettere. “Come dico nel libro, io sono una motociclista con l’animo della vespista. Vado piano e mi godo il panorama. Diciamo che quest’anno ho preso coraggio a 4 mani dopo aver letto tutte queste storie del libro, tra chi è stata cinque volte a Capo Nord o 23 mesi nelle Americhe o chi è andata da sola in Patagonia. Tutte avventure strabilianti che io non farò mai. Poi, però, nel mio piccolo a luglio mi sono detta ‘Se non ora quando?’. Ho preso la mia moto, e da sola, di solito partiamo in due con due moto, mi sono fatto un viaggetto di 8 giorni: sono andata in Provenza a trovare degli amici al mare. Forse è stato il più bello, perché comunque mi ha dato tanta gioia averlo fatto ora che non sono più giovane”.

Come gli altri due libri, anche Vespiste e motocicliste è polisensoriale, nel senso che in alcune pagine ci sono ci sono dei VCode (o QR code, “ma l’editore li chiama così”) perché si “leggono” con l’App dedicata Vesepia. Appena ne inquadri uno appaiono direttamente, senza passare da un link, le foto e i video dei e delle protagoniste. “A tutte le donne che non sono mai salite su una Vespa o sulle due ruote, dico: Provateci! Non importa né l’età, né il momento”, dice Christa Solbach, la Signora della Vespa, una delle figure più importanti nella storia mondo vespistico internazionale. “Accendete il motore e scoprite di cosa siete capaci. Perché voi potete!”

(*)Vespiste e motocicliste: donne con una marcia in più di Paola Scarsi, Erga Edizioni, 2025, 15 euro.

Aggiornato il 17 dicembre 2025 alle ore 14:37