Fare cinema è fare tribù, quarto Premio Sergio Pastore

I premi fanno bene al cinema e allo spettacolo. Ai tempi d’oro era un susseguirsi di eventi e non era solo la dolce vita, era strategia. Il film ha un arco, dalla produzione all’uscita in sala, sono poi i premi a prolungare la vita dei set, il ruolo degli artisti e di tutta la tribù che alimenta una delle industrie del made in Italy”. La dichiarazione è di Graziano Marraffa, presidente Archivio Storico del Cinema Italiano, uno dei più attivi promotori, che non si risparmia a correre da una parte e l’altra dell’Italia per allestire e organizzare appuntamenti. Come quello che si è svolto alla Casina del Cinema di Roma, intitolato “Premio Cinema Indipendente Sergio Pastore” alla memoria del regista, produttore e giornalista, giunto alla quarta edizione.

L’opinione è diffusa e si rincorre in sala, dove un gotha di celebri ottuagenari insieme coi più giovani difende la gloria, la memoria e la storia del cinema italiano. La madrina è Liana Orfei, attrice e circense dell’omonima famiglia, con all’attivo una quarantina di pellicole, che non fa mistero dei prossimi 89 anni: “Me ne faccio vanto – esclama – e conservo lo stesso entusiasmo che ho preso da Federico Fellini, eterno giocoso maestro”.

L’elenco dei premiati è ampissimo, la commissione dei giurati è presieduta da Franco Mariotti del Sindacato Giornalisti Cinematografici e, oltre a Graziano Marraffa, ne fa parte lo scrittore Paolo Silvestrini insieme con le figlie di Sergio Pastore, Sara e Laura.

Le targhe della Regione Lazio, consegnate dall’onorevole Giorgio Simeoni, presidente della Commissione Giubileo, sono andate a Lino Banfi, Bruno Vespa, Gina Rovere e Alessandra Grazia Ferraro. Il decano è “nonno Libero”, insignito per il proverbiale umorismo nei vari campi, il quale racconta inediti della sua amicizia con papa Francesco e ricorda a tutti che “l’amore non ha età”. “Non vi dimenticate di dire ti amo”. E indica Gina Rovere, sessant’anni di carriera, una delle più amate dai registi.

Le assegnazioni cadono nella giornata della scomparsa di Claudia Cardinale, l’indimenticabile Angelica del Gattopardo di Luchino Visconti: “È importante far conoscere la vita e i profili dei grandi interpreti – esorta ancora Lino Banfi – Ma i docu film fateceli da vivi, quando ancora possiamo trasmettere la nostra testimonianza”. Argomento che accende la passione degli “indipendenti” i quali, come recita la motivazione, “devono sempre trovare il coraggio dell’impresa e l’integrità del pensiero”. Un appello corale a Rai, Mediaset e alle piattaforme a credere nel prodotto italiano libero. 

Premiati alla Memoria i due figli d’arte Manuel De Sica, versatile musicista, e Mario Verdone, docente e critico cinematografico. Due i premi Speciali alla Carriera: a Giorgio Colangeli anche per la partecipazione al cortometraggio Quello che non ti ho detto di Flavio e Massimo Bulgarelli; al musicista e cantautore Tony Esposito. Per il Documentario premio a Fabio Luigi Lionello regista di Una vespa targata Cuneo, che percorre il viaggio artistico e umano del cantautore Ernesto Bassignano. Per i Docufilm, riconoscimenti a Luca Verdone per l’opera Mario Verdone, il critico viaggiatore; a Mauro Conciatori per Al di là dell’eclisse sul maestro Michelangelo Antonioni. Per i lungometraggi, premiati Giulietta Revel per Next! (in uscita il suo ritratto di Pasquale Squitieri), Max Nardani per Amici per caso, Sergio Basso e Giuseppe Gambacorta per Cercando Itaca, Michele Catelani per Lo strano caso di Mr. Ortis. Infine, per il cinema straniero, insignito l’iracheno Alì Yahya per Beneath which rivers flow.

Numerosi i Premi per l’Editoria a Fabio Capocci della Ponte Sisto Edizioni e per il Giornalismo al Direttore de Il Tempo Tommaso Cerno, alla psicoterapeuta Maria Rita Parsi, al direttore di Isoradio Alessandra Grazia Ferraro, a Roberta Serdoz, Christiana Ruggeri, Cinzia Terlizzi, Gabriella Sassone, Camilla Nata e Roberto Rossi. Per l’attività produttiva insigniti Claudio Zamarion di “Angelika Vision”, Niccolò Messina per la distribuzione cinematografica, Emanuela Corsello di “Studio Lamia Management”, Manuela Ruiu Smith di “Officina cinema”.

Molti gli ospiti, tra cui Adriana Russo: Incentivare il cinema anche come comunità significa muovere tutta l’industria artistica”, ha concluso l’attrice figlia del pittore Mario Russo, a cui è stato dedicato un vernissage. L’evento è stato realizzato in partnership con Annuario del Cinema News, Archivio Storico del Cinema Italiano Associazione Culturale Onlus, Associazione Culturale Spazio Teatro 80, Associazione Non solo Roma. Fare cinema è fare tribù.

Aggiornato il 26 settembre 2025 alle ore 15:47