Claudia Cardinale o della giovinezza

Tanti tanti anni fa, al tempo della giovinezza, mi recavo spesso, almeno due o tre volte al mese, da Anna Magnani, che amava la compagnia, almeno all’apparenza. Non era un salotto fisso come talune signore romane (la Bellonci e la Astaldi). Con la Magnani ci incontravamo anche al Circeo: lì la Magnani possedeva una villa. Anna era nerissima di chioma, forse ancora naturale, levigatissima di pelle di un grigio schiarito, occhi di ghiaccio, non raggelanti ma bianco-grigi, ghiaccio ombrato, loquace. Amava la discussione, amava lo sfottò, si divertiva delle liti altrui, con misura. Talvolta si chiudeva nel pensiero interno, amava soprattutto canticchiare con una vocina intonatissima che accresceva di mosse e sempre romanesca. Insomma, Nannarella. A Roma abitava in Palazzo Altieri, un attico, con il figlio invalido, Luca. Una sera recandomi dalla Magnani, a cena, entrando in ascensore fui raggiunto da due persone, Claudia Cardinale e il suo compagno, se non sbaglio, il produttore Franco Cristaldi, un signore ben vestito di abiti visibilmente su misura, piccolo di statura. Sentii che non gradiva quella situazione. Il piano era estremo, e salivamo lentissimamente.

Mi ritraevo dallo sfiorare la Cardinale, la quale di suo era ben svestita, e diffondeva in pieno il suo stato di essere donna, la scollatura annunciatrice, i fianchi arcuati, la schiena in esposizione e soprattutto le braccia, da scultura, colme, lisce, affusolate ai polsi, di certo morbide, da carezzamento per il percorso fino alle mani polposette: il tutto sovrastato da un collo di cignetto, e un viso non bello al modo classico, un tondino ragazzinesco, di monella che si tira dietro i maschietti del cortile, occhi colmi di marronismo spaziato. Quel suo compagno era evidentemente più adulto di lei, molto giovane al tempo. Come lo ero io. Incarnavamo la giovinezza. Credo che annotasse le oscillazioni dei corpi. A me sembrava che il signore non gradisse la combinazione, anche a motivo della animazione della Cardinale che dava scossa ai suoi tesori. Quelle braccia alzate in vista, davvero, proprio, ecco, insomma! E la prospettiva della scollatura. E quel volto di bambina da cantarle la Ninnananna! Ah, devo aggiungere che la Cardinale parlava con voce lievemente gutturale, raschiosetta, una caratterizzazione.

Dalla Magnani vi erano altri ospiti, Alberto Sordi, Monica Vitti insieme al compagno del periodo, il maestro Michelangelo Antonioni, il quale a sua volta doveva essere gelosissimo della Vitti, che girava festosa, gradevolissima nei suoi slanci, non fosse che Alberto Sordi la voleva abbracciare consistentemente e la Vitti sgusciava guardando il regista Antonioni, solo, taciturno, incavato nelle guance, di certo gelosissimo, e temeva la Vitti. Penso che Antonioni la redarguisse e fuggiva il predace Sordi, che la assaltava amichevolmente. La Vitti era una Alberto Sordi in gonna, scherzosa, mossa, una ragazzona e dai colori opposti alla Cardinale, tutta chiara e chiomata a gonfie vele.

Davvero, sembrava la festa della giovinezza con anziani o non giovani che tentavano di soffocare la gioia di vivere. Due delle attrici più gradevoli del cinema compagne di due uomini più adulti gelosi e ombrosi con queste donne di tutt’altra disposizione d’animo. Non sbagliavo. Qualche tempo dopo una notissima attrice degli anni passati con la quale convivevo, amica della Magnani, e mia compagna andava a Parigi a trovare il fratello. Nel vagone letto vicino al suo, Monica Vitti. Un uomo la aiutava. Le fu presentato il nuovo amico della Vitti, la quale disse alla mia compagna che si era divisa da Antonioni in quanto voleva vivere. Sono scomparsi tutti: la Magnani in maniera tragica e repentina. Quello che scrivo adesso in modo ampio lo narro nei miei libri. Ma scrivere non vale vivere. Claudia Cardinale o della giovinezza! Davvero, incarnava la giovinezza, alta, snella, le braccia levigate e tonde che abbracciavano la gioia di vivere. E la voce rasposetta. La ricordo come se vedessi la giovinezza.

Aggiornato il 25 settembre 2025 alle ore 14:26