
Untamed è un’avvincente miniserie Netflix interpretata da un magnetico Eric Bana. Il racconto televisivo, creato e scritto da Mark ed Elle Smith, è diretto da Thomas Bezucha, Nick Murphy e Neasa Hardiman. Lo straordinario successo di pubblico delle 6 puntate andate in onda a partire dallo scorso luglio, ha convinto il colosso dello streaming ad annunciare la realizzazione di una seconda stagione. Untamed, ambientata nello scenario selvaggio del Parco dello Yosemite (nella parte orientale della California), narra la storia di Kyle Turner (Eric Bana), un uomo marchiato da un’atroce sofferenza che, rifugiatosi letteralmente nella natura incontaminata dopo la fine del matrimonio con Jill (una dolente Rosemarie DeWitt), si confronta quotidianamente con le tradizioni e le istanze dei nativi americani. Il talentuoso Kyle, che lavora al Dipartimento investigativo dei parchi, a causa del suo carattere schivo e solitario, attira inevitabilmente le idiosincrasie dei colleghi. La miniserie viene presentata come un classico thriller in cui un detective misantropo è chiamato a risolvere un caso particolarmente intricato. Jane Doe (un’eterea Ezra Franky), una ragazza misteriosa cade dalla vetta conosciuta come El Capitan, restando imbrigliata nei cavi di due scalatori. Si tratta di un suicidio o un omicidio? Kyle, che condivide ogni progresso dell’indagine con il ranger Paul Soter (un amletico Sam Neill), amico e mentore, è coadiuvato da Naya Vasquez (una materna Lily Santiago), una poliziotta venuta da Los Angeles. Innanzitutto, Kyle deve scoprire la vera identità della ragazza, a partire dai pochi indizi a disposizione. Peraltro, in numerose occasioni entra in conflitto con i suoi superiori, intenti a chiudere rapidamente il caso. Il loro unico obiettivo è evitare che una pubblicità negativa porti a una diminuzione dei visitatori allo Yosemite. Grazie all’impegno di Naya, Kyle scopre che la ragazza morta era una bambina che viveva a margini del parco con la famiglia.
Untamed è il frutto di elementi narrativi diversi. Ma un filo rosso lega ogni personaggio: ciascuno deve affrontare un personale dramma familiare. Kyle è costretto a fare i conti con la fine del proprio matrimonio e con il ricordo del figlio scomparso; Jill ha iniziato una nuova relazione sentimentale; Vasquez è una madre single che deve arginare un ex compagno violento. Un altro personaggio decisivo è rappresentato indubbiamente proprio dal Parco dello Yosemite. L’aspetto formale è di grande impatto visivo. Le ariose panoramiche che inquadrano il teatro naturale conferiscono un elemento di eccezionale veridicità alla messa in scena. Non si tratta di immagini cartolinesche, ma sequenze cariche di suspense e di potenziali elementi perturbanti. A questo proposito, va menzionato un appassionato omaggio a Shining, capolavoro horror di Stanley Kubrick. Infatti, in uno degli episodi di Untamed, Kyle e Paul si trovano all’interno dell’hotel Yan-O-Pah, al cospetto di un ascensore rosso a doppia porta che richiama, con tutta evidenza, nella forma e nel colore, quello del mitico Overlook Hotel di kinghiana memoria. Tutto ricorda chiaramente quell’ondata di sangue entrata nella storia del cinema. Nonostante alcune differenze, entrambi gli alberghi richiamano lo stile architettonico dei grandi lodge storici nordamericani. I legni scuri, le moquette spesse e datate, dell’Yan-O-Pah evocano le sinistre atmosfere dell’hotel kubrickiano. Per queste ragioni, la regia, contrappuntata da una direzione degli attori che sottolinea gli sguardi e i silenzi preverbali, esprime magnificamente una doppia identità che incarna la natura selvaggia e i meandri claustrofobici di un edificio, di una grotta o di un anfratto roccioso.
Aggiornato il 05 settembre 2025 alle ore 18:52