
Un’ovazione di otto minuti ha accolto Kim Novak. La leggendaria attrice americana è stata premiata con il Leone d’oro alla carriera alla Mostra di Venezia. A presentarla nella Sala Grande del Palazzo del cinema è stato il direttore Alberto Barbera, con una laudatio del regista Guillermo del Toro. Il premio le è stato consegnato dal presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco. Nel suo commosso discorso di ringraziamento, la diva 92enne ha detto: “Io sono voi e voi siete me. Io vi amo e voi mi amate”, scatenando un nuovo applauso. L’attrice, celebrata da Alfred Hitchcok nel suo più perturbante capolavoro in La donna che visse due volte (Vertigo), è apparsa sinceramente emozionata. Sorridente in un elegante abito nero, Kim Novak, avvolta in una stola di seta nera e verde, ha reso omaggio innanzitutto ai genitori: “Mio padre mi ha donato il sistema di valori in cui credo e mia madre, sin da quando ero una bambina timida, mi ha insegnato ad essere la capitana della mia nave. Le loro parole mi hanno formato”.
Dopo i ringraziamenti alla sua agente da una vita Sue Cameron e ad Alexandre O. Philippe, regista del documentario su di lei Kim Novak’s Vertigo, al debutto, fuori concorso, dopo la premiazione, la star ha rivolto lo sguardo alla realtà di oggi: “Uno dei motivi per cui sono qui è per esprimermi, e ispirare più persone possibile. Contano le vite, i diritti, la verità, siamo tutti insieme in questo mondo e dobbiamo unirci, lavorare insieme, renderci conto di quello che succede e fare tutto il possibile per salvare le nostre democrazie. Troppe persone hanno già sacrificato la loro vita”. Kim Novak ha ricordato anche il ruolo della pittura nella sua vita: “Io sono bipolare e dipingere mi ha aiutato a esprimere le mie emozioni. Lo consiglio a tutti quelli che possono avere lo stesso tipo di problema”. Barbera l’ha definita “una delle attrici più amate della grande stagione del cinema hollywoodiano. Un’icona indelebile, una stella che non ha mai smesso di brillare nel firmamento hollywoodiano. Averla con noi è un privilegio”. Mentre Guillermo del Toro, nel suo appassionato elogio, ha sottolineato la “distinzione importante da fare quando si esamina la storia di Hollywood”. Bisogna “valutare la gamma di possibilità e i rischi che una star può affrontare con un ruolo. Questa distinzione non è banale: molte star hanno una gamma limitata come attori o si avventurano poco al di fuori delle loro scelte di ruolo. Non è il caso di Kim Novak. Difficilmente si potrebbe pensare a un elenco di co-protagonisti, registi o film più prestigiosi di quelli nella sua straordinaria biografia e nel suo curriculum, da La donna che visse due volte di Hitchcock a Baciami, stupido di Billy Wilder, una delle mie interpretazioni preferite, al sodalizio con Richard Quine”.
Del Toro ha sottolineato: “Hitchcock, Otto Preminger, Billy Wilder, Frank Sinatra, Jack Lemmon, William Holden, i nomi sono impressionanti. Ma la cosa più rimarchevole è la sua capacità di proiettare fragilità, potere, mistero, apparire eterea, istintiva, dinamica o mitica. Può essere una dea lontana, una tragica eroina gotica o una lavoratrice in pausa pranzo. E in tutte quelle meravigliose e avvincenti performance, porta sempre con sé un pizzico di lutto, crepacuore e profondità. E nasconde sempre, sempre, un aspetto di sé e del personaggio che non rivela mai al pubblico: quel misticismo rimane sempre lì nascosto, pulsando sotto la superficie e rendendo la sua presenza da star viva con una corrente piena di sentimento”.
Aggiornato il 02 settembre 2025 alle ore 18:18