Come accade a tutti gli organismi viventi, anche gli imperi nascono, si espandono, si consolidano, decadono e si disgregano. La dinamica temporale è simile in contesti, epoche e diverse latitudini. Tratto comune degli imperi, soprattutto di impostazione coloniale, è quello di considerarsi eterni, sono progettati con l’intenzione di durare a lungo. Una speranza, questa, che caratterizza l’attuale Sacro Occidentale Impero Tecnotronico, con la pretesa di totalità e di iperumano tendente alla ricerca del transumano. Una idea poco dissimile a quella del civis Romanus, o dell’uomo rinascimentale.

Ronald Syme, studioso di civiltà romana, ha raccolto nel volume Tre élites coloniali tre conferenze sulla creazione di imperi rispettivamente romano, spagnolo e inglese.

Sono analizzate le complicate interrelazioni fra i poteri locali e quelli centrali. Il testo procede con metodo e notevole chiarezza ad un’analisi dei tratti comuni presenti in questi imperi. Vengono narrati senza censura né pregiudiziali teoriche, gli orrori e le crudeltà delle colonizzazioni favorite da epidemie indotte, razzie, incendi, eliminazione di intere civiltà.  La copertura ideologica era la necessità di convertire alla vera religione, ma la motivazione vera era quella di accaparrarsi quanto più possibile delle ricchezze dei popoli sottomessi e conquistati. Interessanti gli aspetti che costituiscono il meccanismo delle “economie schiavistiche” come forza motrice delle catene produttive occidentali.

L’autore evidenzia la profonda somiglianza e le costanti delle dinamiche del potere basate su violenze distruttive e sul saccheggio. Le conferenze “I romani di Spagna”, “L’America spagnola”, “L’America inglese” procedono ad un’analisi storica focalizzata sui comportamenti degli imperi, in particolare nel difficile rapporto tra il potere centrale e quello periferico che tentava di conquistare il potere centrale con ribellioni e vere e proprie guerre civili e militari. Si spiegano quali meccanismi di controllo hanno adottato gli imperi e quali modalità di trasferimento hanno elaborato per il trasferimento delle immense risorse e ricchezze rapinate alle popolazioni native, quasi tutte sterminate ed estinte.

La strada percorsa dallo studioso in questo volumetto conferma e ricalca alcune intuizioni dello storico francese Fernand Braudel, caposcuola degli studiosi riuniti attorno agli “Annales” nel suo monumentale “Civiltà e imperi nel Mediterraneo all’età di Filippo II”. L’approccio di ricerca è basato sulla visione panoramica e globale nell’analizzare le conseguenze delle azioni di aree geografiche comprendenti nazioni e civiltà in contesa fra loro. La storia ci narra di veri e propri controversi “scontri di civiltà” prospettati in seguito dalla scuola di Fukuyama.

Le tre conferenze entrano dentro i metodi coloniali e dimostrano che, nel mondo contemporaneo, le procedure non sono cambiate e neanche gli obiettivi. Il ricorso a tecnologie di controllo sempre più sofisticate e pervasive tempo per tempo in uso sono state elaborate contro le popolazioni native invase, sterminate e sostituite da altre etnie. Il cittadino romano, come quello della Spagna imperiale e dell’Inghilterra coloniale non poteva opporre alcun diritto e doveva sottostare a durissima sudditanza.  Sia pure coperti da una incrostazione superficiale di democrazia più formale che sostanziale, anche i cittadini di oggi sono sottoposti ad una graduale impotenza sociale, culturale ed economica di precariato diffuso.

Questo piccolo gioiello di analisi storica e sociale, probabilmente dimenticato, offre ancora oggi numerosi spunti di riflessione sulla precaria ed insicura situazione esistenziale del cittadino globale in ogni epoca storica.

Nihil sub sole novum (Qoèlet 1, 9-10)

(*) Tre élites coloniali di Ronald Syme, Rizzoli 1982, 81 pagine, 9 euro

Aggiornato il 28 agosto 2025 alle ore 15:57