Sogno della scrittrice Francesca Sifola può essere letto con diversi “gradi di lettura”. L’aspetto storico, perché descrive le atmosfere dell’epoca di riferimento in gran parte nella città di Napoli centro della successione di avvenimenti legati alla Seconda guerra mondiale e dei loro effetti sulla popolazione civile della città.
L’aspetto narrativo, con una storia che coinvolge i lettori negli stati emotivi e relazionali delle figure che agiscono all’interno di un racconto scorrevole. L’autrice pone attenzione ai dettagli e alle sfumature conseguenti ad ogni azione.
L’aspetto psicologico delle esistenze, che ruotano attorno alla Maria Adelaide Piscitelli di nobili origini ma di comportamento misurato sulla giusta distanza con gli eventi e una buona dose di ironia presente anche nei momenti difficili.
Lo stile narrativo è fluido. Il libro contiene il respiro delle saghe familiari, in particolare ci ricorda Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, un maestro nelle descrizioni della vita sociale delle famiglie nobili del Sud.
I momenti sono costruzioni sceniche che coinvolgono i lettori consentendo loro di immaginare le situazioni descritte. Abilmente, il libro spinge i lettori alla curiosità di quanto avviene nelle pagine successive. La figura della protagonista attraversa tutto il testo. Maria Adelaide vive l’intera sequenza degli eventi della sua vita come un sogno, affrontando qualsiasi difficoltà o momento positivo con una solida dose di ironia e, soprattutto, di autoironia che rende tutto sopportabile e talvolta divertente. La frase “Maria Adelaide nasce dalla fantasia e non dalla tradizione”, che leggiamo a pagina 10, costituisce la chiave di lettura del romanzo.
Molto piacevole nelle prime pagine del libro l’acutissima descrizione della complessa e numerosa parentela della ragazza. Importante evidenziare che nel corso della vita rimane il patrimonio personale più importante costituito dalla memoria che consente di vivere la “presenziale assenza”.
La complessità del personaggio di Maria Adelaide è ricostruito un tassello dopo l’altro dalla raccolta di appunti tratti da una serie di interviste eseguite in un lasso di tempo piuttosto lungo che l’autrice ha intrattenuto con la Maria Adelaide Piscitelli per oltre un anno. Ne esce un personaggio attento e sensuale verso la vita. Un carattere opposto a quello della sorella più prudente e dubbiosa (pagina 29).
Gli eventi bellici, che stanno nello sfondo del racconto, lanciano aspetti di caos e di crudeltà come cifra della stupidità e della inutilità della guerra. Nonostante i capovolgimenti sociali, gli spostamenti forzati verso paesini non coinvolti dalle devastazioni, nonostante gli effetti destabilizzanti del conflitto, la famiglia rimane solidamente unita. Molto piacevoli le scene di vita contadina che Maria Adelaide vive con leggerezza traendo insegnamento da ogni cosa. La vita rurale fa sorgere domande sull’origine della vita: l’approccio lieto e scanzonato che porta alla conoscenza della nascita della vita è descritto dalla pagina 52 fino a pagina 73. La guerra è sempre più presente con la mancanza di mezzi pubblici, un ostacolo superato dal possesso di un’auto privata che consente il rapido trasferimento della famiglia in un paesino appartato dove ci sono edifici di proprietà dove rifugiarsi.
La famiglia mostra generosità dividendo il cibo con la popolazione del paesino. Le borse con gli indumenti sono sparse nel palazzo padronale, pronte per i prossimi spostamenti. Maria Adelaide diventa testimone di tutto, descrive ogni nuovo trasferimento mantenendo una solida calma interiore grazie all’’autonomia dell’anima. Lei osserva tutto e apprende dalle piccole alle grandi cose. Esercita un blocco della coscienza vivendo i fatti di guerra come una tragicommedia (pagina 135).
Di interesse la descrizione del ritorno a Napoli in gran parte distrutta. Ma tornare è un sollievo perché non è mai venuto meno il profondo attaccamento alla città. La presenza degli americani è un teatro di delitti, di oscenità, di delizie, di soprusi, ma è comunque un inno alla vita e un mondo tutto da scoprire.
A pagina 168 del libro, l’autrice scrive che “ogni ricordo, anche negativo, è un sogno”. Questa consapevolezza continua a guidare la vita di Maria Adelaide con una narrazione che lascio scoprire ai lettori verso la fine del testo. Un libro costruito su quadri emotivi e scenici, che fanno riflettere sulla potenza dell’approccio della vita vissuta come un sogno, come un racconto. Il distacco carico di ironia offre una chiave di lettura inaspettata e ricca di fascino.
Il volume si chiude con dodici fotografie di Maria Adelaide e della sua famiglia.
(*) Sogno di Francesca Sifola, edizioni Graus, 144 pagine, 7,60 euro
Aggiornato il 27 agosto 2025 alle ore 15:32