
Inventò il lavoro di ufficio stampa delle stelle del cinema. È morto Enrico Lucherini. Avrebbe compiuto 93 anni l’8 agosto. La conferma della scomparsa arriva da Gianluca Pignatelli, socio, allievo e amico. “Siamo qui a piangerlo, si è spento nel sonno e con tutto il nostro affetto”, ha detto all’Ansa. Lucherini è stato uno storico press agent, anzi il primo. È stato il mentore di Sophia Loren e Claudia Cardinale. I funerali di Enrico Lucherini si terranno nella Chiesa di San Bellarmino, in Piazza Ungheria, a Roma, domani alle 12. Ne ho fatte di tutti i colori, il titolo del documentario di Marco Spagnoli sulla sua carriera, presentato nel 2014 al Festival di Roma, condensa le mille vite del primo press agent dello spettacolo italiano. Ironico, istrionico, esibizionista, geniale, spiritoso, una forza della natura oltre che del cinema, era noto a tutti nel mondo dello showbiz e ne rappresentava la memoria storica, fonte inesauribile di aneddoti e che ricordava alla perfezione. Memorabile la frase dedicatagli da Giuseppe Tornatore: “L’Alzheimer? A te quando ti vede scappa”.
Il più amato e più temuto degli uffici stampa dello spettacolo, era un personaggio egli stesso. Tutti gli attori volevano essere seguiti da lui, almeno fino a quando, all’età di 80 anni, ha deciso che era venuto il tempo della pensione. Nella sua abitazione ai Parioli al primo piano, con terrazzetta fiorita, sono passati praticamente tutti: memorabili le sue feste, con gli ospiti seduti sul lettone matrimoniale che giganteggiava in salotto, mentre intorno i mobili erano pieni di foto e di memorabilia. I suoi primi ricordi – raccolti in un libro uscito per Palombi editore e anche in una mostra celebrativa che fu allestita all’Ara Pacis a Roma, entrambi intitolati Purché se ne parli – risalivano agli anni Cinquanta, tutti già nel segno dell’iperbole, della provocazione, del “fatto” costruito ad uso di fotografi e stampa, al punto di finire nei dizionari con il termine lucherinata.
Cinema e teatro il suo pane quotidiano, la tivù (anche davanti alle telecamere, da rivedere il C’era questo c’era quello su Telemontecarlo, anno 1990, il primo programma tivù solo di cronaca rosa, fatto con Matteo Spinola, la metà discreta del duo, ci debuttò come valletta Maria Grazia Cucinotta) una necessità contemporanea. “A 16 anni – raccontava – ritagliavo e coloravo i flani sui quotidiani, evidenziavo le frasi delle recensioni di Ladri di biciclette, Germania anno zero. Da grande mi dovetti iscrivere a Medicina, soffrivo per accontentare mio padre ma amavo il cinema e dopo due anni mi iscrissi all’Accademia di arte drammatica, ero bello, ci sono foto in dolcevita rosso e pantaloni bianchi ancora irresistibili. Era il 1951-52: Giorgio Albertazzi mi prese per Lorenzaccio. Faccio una parte in un film con Totò e appaio in uno show tivù di Antonello Falqui con Wanda Osiris. Ero talmente cane che Falqui disse: Meglio se balli il charleston. A casa, mio padre mi cacciò, non avevo un soldo, ma lo stesso cominciai l’avventura. Ero nella Compagnia dei giovani con Rossella Falk, Giuseppe Patroni Griffi, Giorgio De Lullo, partimmo per il Sud America in tournée e siccome ogni attore aveva anche altri incarichi a me toccò quello di organizzare la conferenza stampa. Cominciai così”.
Il padre di Lucherini, mentre il fratello Mario diventava ottimo medico, nel frattempo si convinse che il figlio debosciato aveva talento e gli regalò l’ufficio, quello che ha ancora ai Parioli con il socio ed “erede” Gianluca Pignatelli. Storicamente la prima lucherinata fu nel 1959 per La notte brava di Mauro Bolognini. A fine riprese li fece buttare tutti in piscina. Anna Maria Ferrero, Elsa Martinelli, Rosanna Schiaffino, Antonella Lualdi. I fotografi scattarono “l’incidente” e il film finì sui giornali. Il mestiere che si è inventato, spiegava, “è stato un modo per continuare a recitare essendo un cane, protagonista io stesso”. Alla soglia degli 80 anni, però, non si divertiva più: “Tutto è cambiato, i social network fanno avvicinare gli attori e tu finisci per non parlarci più”. L’attrice più negata che aveva dovuto seguire, diceva, “Sylva Koscina, una gallina ma molto molto simpatica”. Lucherini però sapeva andare d’accordo con tutti, “tranne una: Monica Vitti. Insopportabile, ribelle, una grande rompiscatole. A lei si deve il primo photoshop a penna: le mandai le foto della Ragazza con la pistola, le rimandò indietro corrette, alza qua, allarga là”, raccontava.
Negli annali l’incontro con Sophia Loren, moglie del potente produttore Carlo Ponti, che atterrò a Ciampino e lo guardò dall’alto in basso: insieme “inventarono” che la foto-simbolo della Ciociaria doveva essere l’attrice che tirava il sasso ai soldati che le avevano violentato la figlia. Era il 1960: da quel giorno Lucherini e Loren non si lasciarono più, amici, confidenti, vicini. A Laurent Terzieff fece dire che era malato terminale di cancro per interessare Oriana Fallaci che lo andava a intervistare e inventò una storia tra Florinda Bolkan e Richard Burton. Storico il litigio tra Francesca Dellera e Gina Lollobrigida a una conferenza stampa per La Romana di Patroni Griffi. Il suo nome è legato anche a uno stile unico e inimitabile di “fare notizia”. Oppure l’episodio in cui, per promuovere Sepolta viva (1973), diffuse la falsa notizia che Agostina Belli stesse annegando in piscina, facendola soccorrere da un’ambulanza sotto gli occhi dei fotografi. Suo il suggerimento che contribuì a creare una delle scene più iconiche del cinema mondiale: il bagno di Anita Ekberg nella Fontana di Trevi in La dolce vita di Federico Fellini (1960). Ma lavorò anche a I quattro dell’Ave Maria (1968), Serafino di Pietro Germi (1968), Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri (1970), Premio Oscar per il Miglior film straniero, fino a Mediterraneo di Gabriele Salvatores (1991), anch’esso vincitore dell’Oscar. La sua regia appare anche dietro a film cult della commedia italiana come Vacanze di Natale (1983) di Carlo Vanzina e Acqua e sapone (1983) di Carlo Verdone, ma anche in titoli di genere come Opera di Dario Argento (1987) e La chiesa di Michele Soavi (1989). L’ultimo grande lancio della sua lunghissima carriera è probabilmente Luca Guadagnino, con Melissa P, nel 2005. Per Lucherini, lo scoop era parte dello spettacolo, e la promozione un’estensione creativa del film stesso. Lucherini ha lavorato con tutti, senza scegliere. “Nel curriculum – ammetteva – ho Edwige Fenech dei bei tempi e pure Lilli Carati. Ho inventato sì ma sempre al servizio dei film. Entusiasmo, passione, libertà assoluta, una vita piena con lo spettacolo dentro”.
Aggiornato il 29 luglio 2025 alle ore 11:55