
Era famoso in Italia e nel mondo per le sue grandi opere, spesso in bronzo e spesso sferiche. Si è spento Arnaldo Pomodoro, considerato uno dei più grandi esponenti della scultura contemporanea italiana. Il maestro è mancato ieri sera, nella sua casa di Milano, alla vigilia del compimento dei suoi 99 anni. Lo comunica la Fondazione che porta il suo nome, diretta da Carlotta Montebello. Lo scultore, noto tra l’altro per le sue iconiche sfere di bronzo, era infatti nato il 23 giugno del 1926 a Montebello di Romagna. “Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie. Il maestro lascia un’eredità immensa”, lo ricorda la direttrice generale della Fondazione. “Non ho mai creduto alle fondazioni che celebrano un solo artista come unicum”, scriveva l’artista. “L’artista è parte di un tessuto di cultura, il suo contributo attivo non può venire mai meno ed è per questo che ho concepito la mia Fondazione come un luogo attivo e vivo di elaborazione culturale, oltre che come centro di documentazione della mia opera, capace di fare proposte originali e non solo di conservare passivamente. Ma il meglio deve ancora venire: questo è stato solo un inizio e nelle mie intenzioni il progetto si deve radicare, fare della continuità un elemento ineludibile”.
Come sottolinea Carlotta Montebello, “la Fondazione, nata da questa visione e forte della direzione tracciata da Arnaldo Pomodoro nel corso di trent’anni, continuerà ad operare secondo la volontà del fondatore, garantendo la conservazione e la valorizzazione della sua opera, impegnandosi a diffondere il proprio patrimonio materiale e immateriale attraverso la realizzazione di mostre, eventi e iniziative in uno spazio inventivo, quasi sperimentale, di studio e confronto sui temi dell’arte e della scultura, che mira a un coinvolgimento, profondo e globale, con le persone e la società Mancherai a tutti noi Arnaldo e faremo tesoro dei tuoi insegnamenti”. Arnaldo Pomodoro è stato uno dei più riconoscibili, dei più popolari scultori anche per la diffusione delle sue opere nelle piazze del mondo, e presenza di pregio così rara nel panorama italiano dell’arte pubblica. La sua sfera è senza dubbio iconica, perché riassume in qualche modo la sintesi della sua intera opera: metallo splendente capace di resistere al tempo, come quello dei suoi gioielli, e dentro nascosto un universo fragile di mondi sovrapposti, quasi meccanici, e senza dubbio oscuri, che si riflettono nei suoi obelischi, nei dischi, nelle macchine sceniche, nei suoi labirinti. “L’arte è un labirinto”, diceva del resto l’artista, le cui opere oggi segnano la loro presenza in luoghi come il Cortile della Pigna dei Musei Vaticani, il Palazzo delle Nazioni Unite a New York o ancora l’ingresso principale della Farnesina a Roma o Sfera grande sul lungomare di Pesaro ormai parte dell’identità della città. Arnaldo Pomodoro, fratello maggiore di Giorgio Giò Pomodoro, anche lui scultore (scomparso nel 2002), è morto alla vigilia dei 99 anni nella notte di domenica nella sua casa milanese, come ha reso noto la Fondazione che porta il suo nome. Era infatti nato il 23 giugno del 1926 a Morciano di Romagna e aveva dapprima fatto studi da geometra per scoprire presto la sua passione per il metallo. Orafo in un primo momento, è negli anni Cinquanta che realizza le prime grandi forme dopo il trasferimento a Milano dal 1954 quando inizia a tessere le sue trame segniche in rilievo creando situazioni visive al limite tra bi-dimensione e tridimensione. “Per me – aveva raccontato l’artista già ultranovantenne – è stato un periodo fittissimo di scambi intellettuali”.
Con Lucio Fontana ed altri fonda il gruppo Continuità per iniziare una produzione che segna la storia dell’arte e non solo. Oggi le sue opere sono esposte ovunque nel mondo. L’ultima grande mostra nel 2023 in collaborazione con Fendi, al Palazzo della civiltà italiana, maison che aveva anche scelto una delle sue opere ambientali più significative, Ingresso nel labirinto, per la sede di Via Solari a Milano. Dai primi bassorilievi la sua opera prende dimensione con la Colonna del viaggiatore (1962), opere che assumono sempre significati di grande potenza come Disco solare (1991), donato alla Russia e collocato a Mosca durante il disgelo post-sovietico; o ancora il portale bronzeo del Duomo di Cefalù (1998), o gli arredi sacri nella chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, in collaborazione con l’archistar Renzo Piano. L’arte di Pomodoro è totale, e spazia, con risultati sempre significativi, anche in altri ambiti fino alle opere ambientali, come il cimitero di Urbino. Nel 1982 la prima scenografia per la Semiramide di Gioachino Rossini al Teatro dell’Opera di Roma che inaugurò la stagione consegnando l’allestimento alla storia proprio per le scene lignee dell’artista. Amore per il teatro che segna la sua carriera, con alcuni momenti emblematici, come quello della macchina scenica creata per le Orestiadi di Gibellina, con l’Orestea di Emilio Isgrò nel 1985. O ancora L’Edipo re di Igor’ Stravinsky a Siena con l’enorme occhio che folgorava il pubblico. La passione per l’arte orafa con cui aveva esordito e con non abbandonò mai del tutto, con ad esempio la creazione del bellissimo guanto-scultura per Ornella Vanoni, che per il lancio di Uomini indossava un abito tecnologico firmato da Gianni Versace. Il connubio con la moda anche è stata una delle caratteristiche della sua arte, fino alla grande mostra che gli ha dedicato Fendi.
Sono numerosi i commenti e i ricordi per la scomparsa del maestro. Per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “la scomparsa di Arnaldo Pomodoro, artista poliedrico e geniale, lascia un grande vuoto nel mondo dell’arte. Le sue imponenti opere, esposte nei più importanti musei di tutto il mondo, hanno lasciato un segno indelebile nella storia della scultura contemporanea. Ai suoi familiari e ai suoi allievi esprimo il cordoglio della Repubblica”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, affida le sue parole ai social: “Con profondo dispiacere ho appreso della scomparsa di Arnaldo Pomodoro, maestro della scultura che ha scolpito l’anima dell’Italia. La sua arte ha dato lustro al genio italiano nel mondo. Un abbraccio commosso e le mie più sentite condoglianze alla famiglia e ai suoi cari”. Per il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, “con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro l’Italia perde un protagonista indiscusso e riconoscibile della scultura contemporanea. Un artista che con la sua opera monumentale e riflessiva ha saputo attraversare decenni di storia mantenendo sempre viva la tensione tra materia e pensiero. Le sue ‘Sfere’ dischiuse e ferite ci parlano ancora oggi di fragilità e complessità dell’umano e del mondo. A nome mio personale e del Ministero della Cultura esprimo cordoglio e vicinanza alla famiglia e alla Fondazione che porta il suo nome, impegnata a custodire e divulgare un’eredità culturale che è patrimonio dell’intera umanità”. Anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha voluto ricordare sulle sue pagine social l’artista Arnaldo Pomodoro. “Con le sue sculture visionarie Arnaldo Pomodoro ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte, a Milano e nel mondo. Mancherà il suo sguardo profondo e mai banale”. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si è detto “profondamente addolorato per la scomparsa di Arnaldo Pomodoro, un grande artista riconosciuto a livello internazionale”. “Una delle sue opere più importanti, la Sfera – ricorda Tajani – dedicata agli italiani nel mondo, è diventata un simbolo iconico della Farnesina. Un’impronta indelebile per Roma e per tutta l’Italia”. L’enorme sfera di bronzo, realizzata dall’artista per l’Expo di Montreal del 1967, è collocata davanti all’ingresso principale della Farnesina.
Aggiornato il 23 giugno 2025 alle ore 16:27