I libri di viaggi vantano una solida tradizione in Italia dove hanno transitato viaggiatori, esploratori, avventurieri, armate, mercanti di ogni tempo e provenienti da diverse latitudini. Molti testi sono dei resoconti, verbali, diari. Non tutte queste narrazioni sono state amichevoli quando i testi toccavano i temi sociali dell’isola.

L’arte di annacarsi di Roberto Alaimo oltrepassa la distinzione fra diario e racconto. Lo stile è molto scorrevole. Spinge a leggere fino all’ultima riga di ognuna delle quarantotto località narrate all’interno di trentacinque capitoli brevi ma ricchi di informazioni non solo paesaggistiche, artistiche o turistiche, ma anche di costume. I cinque “intermezzi” che incontriamo ad intervalli irregolari lungo il testo hanno lo scopo di integrare ed arricchire le riflessioni di viaggio.

La mappa della Sicilia collocata all’inizio del libro ci offre uno sguardo d’insieme delle località e delle città visitate e raccontate con uno stile fluido ed empatico che non concede spazio alla superficialità o ad un facile sensazionalismo. L’autore dimostra di avere una notevole padronanza degli argomenti e dei luoghi trattati. Ci viene narrata una Sicilia complicata che rende difficile la sua comprensione anche e soprattutto per la persistenza dei luoghi comuni diffusi dalla gente. Pregiudizi usati quasi sempre per confermare impressioni personali.

Nella premessa del libro, che consiglio di non saltare e di leggere con attenzione, l’autore evidenzia come l’isola sia stata il crocevia di esplorazioni, viaggi, occupazioni e fughe. Ci fa presente che molte tradizioni sono sta importate e rivisitate nel corso del tempo. Un esempio è l’arte dolciaria e pasticciera che è diventata anche uno strumento di diplomazia internazionale dell’isola.

Con la giusta misura e conoscenza, l’autore affronta il pregiudizio per eccellenza che è il fenomeno mafioso. Smentisce decisamente che i mafiosi vadano in giro con una etichetta o con le armi imbracciate. La realtà è che tutti sanno tutto e dove certi personaggi si trovano, ma tutto senza clamore.

Il testo riesce a limitare i danni che creano quando si assegna all’isola il parametro del peggio. Fu quello che fece un questore di Napoli quando, in occasione di una rivolta delle donne napoletane contro gli arresti dei loro parenti da parte della polizia. Suscitando il malumore e le critiche dei siciliani, affermò che tale caos non accadeva nemmeno in Sicilia.

Le dure e luci requisitorie contenute nella premessa non tolgono al libro la sua credibilità e accuratezza del racconto di luoghi quasi tutti notissimi e leggendari, evidenziandone la bellezza e il notevole carico storico, artistico e simbolico.

Ogni capitolo è una entità autonoma. È possibile quindi seguire un proprio personale percorso di lettura da compiere prima di visitare la città o il luogo prescelto per il proprio viaggio.

(*) L’arte di annacarsi di Roberto Alaimo, edizioni Laterza (2012), pagine 274, 14 euro

Aggiornato il 03 giugno 2025 alle ore 15:05