
Exterritorial – Oltre il confine di Christian Zübert è un thriller d’azione paranoico che usa lo spazio fisico come metafora dello spazio mentale. Il film, scritto e diretto dal 51enne regista tedesco, è stato distribuito il 30 aprile in streaming sulla piattaforma Netflix. La pellicola racconta la storia di Sara Wulf (una combattiva Jeanne Goursaud), una veterana della guerra in Afghanistan, dove ha prestato servizio assieme ai militari statunitensi nelle Forze speciali, essendo parte dei soldati della Bundeswehr assegnati in quella divisione. L’esperienza dolorosa l’ha turbata in maniera quasi irreversibile. Anche perché in quell’occasione ha perso anche il proprio uomo (un soldato afroamericano) ed è rimasta l’unica sopravvissuta della sua squadra. Congedata, da quel momento soffre di stress post-traumatico. L’unico contatto con la realtà è rappresentato dal figlio Joshua. Un giorno si presenta al consolato degli Stati Uniti di Francoforte con l’obiettivo di richiedere un visto, in quanto ha ricevuto un’imperdibile offerta di lavoro Oltreoceano. È l’occasione per un nuovo inizio. Ma la giornata apparentemente tranquilla si trasforma in un incubo quando Joshua sparisce nel nulla. Naturalmente la donna è in preda al panico e chiede aiuto ai funzionari del Consolato. Ma senza alcun risultato. Addirittura, il responsabile della sicurezza (un raffinato Dougray Scott), le comunica in maniera, gelidamente formale, che Joshua non è stato registrato all’ingresso dell’ufficio. Il bambino è entrato veramente al Consolato statunitense oppure si tratta del frutto dell’immaginazione deviata di Sara?
Exterritorial si segnala come una sorta di remake di due film interpretati da Jodie Foster: Flightplan, un film del 2005, diretto dal tedesco Robert Schwentke e Panic Room, del 2002, firmato dal maestro statunitense David Fincher. In effetti, la trama di Exterritorial è molto simile a quella del copione di Flightplan. In quel caso, la protagonista è un’ingegnera aeronautica che vola da Berlino a New York a bordo di un nuovo modello di aereo, insieme alla figlia Julia di 6 anni, per riportare la bara del marito a casa, a Long Island. La donna si addormenta. Ma, al risveglio, non trova più la figlia. Anche Exterritorial, come il film originario, è incentrato sulla dicotomia realtà-immaginazione, trasformando questa caratteristica in un altro modo di comunicare la sensazione claustrofobica di isolamento. Non a caso, il film cita apertamente anche la pellicola fincheriana. Jodie Foster si barrica, insieme alla figlia Sara, in una camera blindata, in quanto nella casa sono penetrati tre rapinatori. Esattamente come Jeanne Goursaud in Exterritorial. Le storie dei tre film coincidono sotto diversi punti di vista narrativi, al di là dell’aspetto meramente psicologico. Un fatto è evidente: Exterritorial è un thriller d’azione paranoico, dalle coloriture fortemente politiche, che si basa sull’idea di un intricato, ancorché implausibile, intrigo internazionale. Purtroppo, a differenza dei cineasti citati, Christian Zübert ricorre spesso ad abusati cliché, sia visivi che narrativi. Per queste ragioni, l’esito finale del film si rivela alquanto ordinario.
Aggiornato il 30 maggio 2025 alle ore 19:31