Cannes, la Croisette ritrova la “regina” Isabelle Huppert

Isabelle Huppert torna protagonista della Croisette. È l’attrice pluripremiata del cinema francese. Sedici nomination e due vittorie al Premio César, l’interprete 71enne ha vinto due Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes per Violette Nozière (1978) di Claude Chabrol e La pianista (2001) di Michael Haneke, due Coppe Volpi alla Mostra del cinema di Venezia per Un affare di donne (1988) e Il buio nella mente (1995) diretta ancora da Chabrol e un Orso d’argento al Festival di Berlino per 8 donne e un mistero (2002) di François Ozon. La “regina” di Cannes ha presentato, fuori concorso, La donna più ricca del mondo di Thierry Klifa. Non potrebbe esserci interprete migliore di Isabelle Huppert per dare vita alla leggendaria donna più ricca del mondo Liliane Bettencourt, lady L’Oreal, imprenditrice francese, carattere d’acciaio, coinvolta in tarda età in una passione per il fotografo e artista François-Marie Banier, più giovane di lei. Con un incredibile clamore mediatico nel 2007 la figlia Francoise Bettencourt cominciò una querelle giudiziaria chiedendo di metterla sotto tutela e accusando lui di circonvenzione di incapace e di aver beneficiato di donazioni gigantesche. Nel 2017 alla morte della madre ha ereditato il patrimonio ed è componente del comitato direttivo della multinazionale del beauty.

Il film ripercorre l’affaire Bettencourt, già oggetto di una docuserie popolare su Netflix, ed è curioso che lo si presenti a Cannes che proprio il marchio più famoso della bellezza ha tra i main sponsor da sempre. “Quando i film sono tratti da storie reali, gli attori devono dimenticarli per interpretarli bene. Questo è un film su una donna ultraricca che non ha bisogno di chiedere nulla, nessuno mette in discussione la sua autorità. Si può permettere ogni lusso, anche quello di lasciarsi manipolare – ha detto Huppert – ma non succede con tutti gli affetti, di essere in qualche modo squilibrati. Lei però continua ad essere una donna forte, non perde affatto il suo potere. Per me – ha proseguito – era importante il tono di questa storia, un mix di cinismo e sentimento, tragedia e farsa, da cui prendere le distanze in una sorta di decostruzione emozionale”. Senza giudicare i personaggi reali, “perché non sappiamo realmente cosa accade nelle case dei ricchi e tutto in questa storia sembra essere molto cinematografico”, Huppert ha definito il film “una storia di cuore. Ci sono tutti gli archetipi dell’upperclass, a cominciare dall’ambizione e dai segreti, e in fondo dietro a tutti quei milioni e milioni di patrimonio c’è una grande tragedia familiare dell’incomunicabilità tra una madre e una figlia”.

Liliane Bettencourt, figlia di Eugène Schueller, il chimico che fondò L’Oréal nel 1909, diventata da allora l’azienda di bellezza numero uno al mondo, è stata la persona più ricca di Francia, la donna più ricca del mondo, la seconda persona più ricca d’Europa. Nel film di Thierry Klifa i nomi sono stati cambiati: Huppert è la determinata ricca e snob Marianne Farrere, il fotografo si chiama Fantin (Laurent Lafitte), Frederique (Marina Fois) la figlia. La ricostruzione è basata su tutti i materiali mediatici di allora, sulle lettere che madre e figlia si scambiarono, ma gli aspetti più intimi sono opera di fantasia. Non si contano le volte che Isabelle Huppert ha partecipato al festival di Cannes: potrebbero essere 50 anni, ha suggerito un giornalista straniero alla conferenza stampa ricordando all’attrice il suo film d’esordio. Con quale spirito viene al festival? “È un posto straordinario dove si celebra l’arte. Io sono innamorata del cinema come del teatro, e penso che magari i film e i festival non cambiano del tutto il mondo ma almeno lo migliorano un po’”. Parola di Isabelle Huppert.

Aggiornato il 19 maggio 2025 alle ore 17:03