
Mentre il mondo saluta il neo papa “americano” Robert Francis Prevost col nome di Leone XIV, in Russia Vladimir Putin celebra la Giornata della vittoria, in memoria della capitolazione della Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale. La resa, firmata nella tarda sera dell’8 maggio 1945, in seguito alla resa concordata con le forze alleate sul fronte occidentale, coincide con la presentazione, a Roma al Cinema Caravaggio, da parte di “Casa Russia” del film La strada per Berlino, del 2015. Regia di Sergej Popov, classe 1972 diplomato alla Vgik di Mosca, tutto russo cast e produzione. Tratto dal racconto Due nella steppa di Ėmmanuil Kazakevich e dai diari militari di Konstantin Simonov, la pellicola racconta una storia di “dovere e di amicizia” con l’attore Jurij Borisov nei panni del protagonista principale, primo russo quest’anno candidato all’Oscar per la commedia drammatica Anora, già Palma d’oro al 77° Festival di Cannes.
Estate 1942. La Germania nazista, sotto la guida di Adolf Hitler, è al culmine dell’espansione in Europa. La Wehrmacht (l’esercito tedesco) ha conquistato vasti territori e, tramite l’Operazione Barbarossa, è entrata in guerra con l’Unione Sovietica e Stalingrado diventa il simbolo della resistenza antifascista. Un giovane luogotenente, Ogarkov (Jurij Borisov), riceve importanti direttive per riorganizzare la 341 “Deg” Divisione. Nel caos Ogarkov non riesce a rispettare gli ordini, la divisione viene accerchiata dai tedeschi e molti soldati russi perdono la vita. Il luogotenente finisce davanti alla Corte marziale che lo accusa di omicidio colposo mediante fucilazione. Qui ha inizio la storia. A causa di un improvviso attacco delle forze avversarie, il condannato rinviato a giudizio, affidato al soldato semplice kazako Dzurabaev, si trova a mettersi in salvo sotto il fucile puntato. I due russi devono raggiungere l’Armata rossa, Dzurabaev per consegnare Ogarkov e Ogarkov per dimostrare la sua innocenza. Durante il viaggio la verità si dipana: il luogotenente si getta in imprese eroiche per salvare la vita sua, dei soldati russi incontrati nel cammino e, piano piano, il senso del dovere del kazako si scioglie in una struggente amicizia, che salva la vita di Ogarkov, non la sua. Finirà col riconoscimento della “stella rossa” per l’onore militare, umano, di soldati e di russi, uniti dalla difesa della patria, vincolati alle regole, non per questo liberi di ribaltare i ruoli e dimostrare il sacrificio della guerra.
Sono giornate straordinarie. Il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto un cessate il fuoco di tre giorni per le celebrazioni dell’80° anniversario sulla Piazza rossa alla presenza del popolo, dei vertici politici e militari e dei leaders stranieri. Un cessate il fuoco su cui pendono le incognite di Kiev, che parla di “messa in scena” e chiede invece una pausa di 30 giorni. Il Cremlino ha affermato che le forze russe rispetteranno l’ordine di Putin, ma risponderanno se l’Ucraina lancerà attacchi. “La strada per Berlino” è un film che mostra la crescita tecnica e stilistica del cinema russo, suggestive le scene della steppa, le reminiscenze tolstojane nei volti dei vecchi e il verde di Boris Pasternak, incisivi i primi piani, penetrante il celeste di Ogarkov, forti e deboli gli occhi kazaki, il male e le perdite. Le prime parole di Papa Leone XIV sono state “la pace sia con tutti voi” e il primo americano agostiniano e missionario al Soglio di Pietro ha annunciato il suo pontificato “una Pace disarmata e disarmante”. Il mondo salvato dall’arte.
Aggiornato il 09 maggio 2025 alle ore 11:04